Il governatore Marsilio sul decreto sisma


L’Aquila – Il Decreto Sisma passa al Senato grazie al voto di fiducia. Una fiducia che viene sempre meno se volgiamo lo sguardo al futuro dei territori abruzzesi colpiti dai terremoti del 2009, del 2016 e del 2017. Il voto di fiducia, infatti, impedirà di apportare alla legge tutte quelle migliorie, non solo utili ma necessarie, per accelerare il processo di ricostruzione, per ridare vigore all’economia, per incentivare la forza attrattiva di nuovi insediamenti industriali e artigianali.
Impossibile riuscire ad ascoltare, e soprattutto comprendere, la voce di chi oggi esulta per questo voto, di chi parla di un passo in avanti determinante dei territori terremotati, dei servizi alle persone terremotate. Non possiamo continuare ad accontentarci delle briciole per poi ripresentarsi puntualmente, con il cappello in mano, dal Presidente del Consiglio come se dovessimo elemosinare quanto ai nostri cittadini dovrebbe spettare di diritto.
La questione più scottante è quella riguardante il personale. Nonostante gli impegni, le promesse, la consapevolezza che con l’esiguo materiale umano a disposizione non si potrà dare un impulso e una velocizzazione al disbrigo delle pratiche di ricostruzione, nulla è stato fatto. Importanti emendamenti sono stati respinti nonostante il Governo abbia voluto ascoltare i rappresentanti del territorio. Incontro dove ho spiegato, numeri alla mano, le esigenze per poter parlare di ricostruzione. Bocciato anche l’emendamento sulla ripartizione del personale e delle spese di funzionamento in base ai danni subiti e all’effettivo fabbisogno, e non sulla base di una parametrica ripartizione che penalizza l’Abruzzo. Non è stato nemmeno possibile aumentare da 200 a 300 le unità previste con lo Sblocca Cantieri, a parità di spesa. Personale questo che non è stato ancora assunto perché il Commissario di Governo non ha ancora dato attuazione alla relativa ordinanza dopo sei mesi di attesa.
Grazie al voto di fiducia e alla mancanza di partecipazione al dibattito in aula non sarà possibile estendere ai comuni fuori cratere la disciplina prevista per quelli nel cratere per la sanatoria delle lievi difformità edilizie. Blocco che non farà partire la ricostruzione in queste aree. Anche gli interventi pubblici saranno penalizzati. Basti pensare alla bocciatura della eliminazione del limite dei 30.000 abitanti per accedere alle risorse per interventi urgenti di manutenzione ordinaria e messa in sicurezza di strade e infrastrutture. Limite che esclude il 90% dei territorio terremotato.
In tema di personale non avremo quegli incrementi invocati e necessari per riuscire a dare impulso al disbrigo delle pratiche negli uffici della ricostruzione che, invece, rischiano di subire il blocco totale a causa della mancata proroga del personale in scadenza di contratto e che in questo tempo ha curato la propria formazione professionale. Il Comune dell’Aquila non potrà realizzare le previsioni della Legge Madia effettuando la stabilizzazione del personale a tempo determinato assunto a seguito dell’emergenza sisma. Non si potrà neanche rendere stabile l’assegnazione delle risorse per il personale Ripam assunto a tempo indeterminato e a innalzare in misura corrispondente il tetto di spesa del personale. Ma questo Governo non ha voluto inserire in questa legge misure di accelerazione e semplificazione della ricostruzione pubblica per il Comune dell’Aquila e per quello del Centro Italia.
Cosa rimane? Poco o nulla. Le poche norme “positive” presenti sono poco più che “atti dovuti”: vale per la riduzione al 40% delle tasse da restituire in dieci anni per il sisma 2016-17, misura applicata sempre in tutti i casi simili negli ultimi venti anni almeno. Non si capisce perché non si sarebbe dovuta inserire, e viene approvata adesso perché solo adesso la misura della sospensione sarebbe scaduta imponendo il recupero delle tasse sospese.
Giova ricordare che la proposta originaria del Governo prevedeva l’abbattimento al 50% e che grazie al Presidente Marsilio il Governo ha corretto il Decreto in sede di emanazione in Consiglio dei Ministri.
Vale per le tariffe autostradali sospese (approvando nella sostanza il testo più volte proposto dalla Regione Abruzzo: ci sarebbe mancato altro che dal primo dicembre avessimo dovuto pagare il 20% in più di pedaggi! Idem per la proroga sulla restituzione delle tsse per L’Aquila 2009: ennesima proroga in attesa che il Governo affronti con la Commissione la questione. Si sbandierano i due milioni di euro per assunzioni nuove di personale amministrativo contabile, ma non si dice che all’Abruzzo toccheranno solo cinque contabili. Ci si vanta delle deroghe per un milione di euro per l’assunzione del personale precario al Comune dell’Aquila, ma non si dice che si tratta di una semplice autorizzazione e che il milione lo pagherà il Comune.
Ci troviamo con un voto di fiducia su un contentino che non ha neanche il sapore di un regalo di Natale.
Questa la dichiarazione del presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, su Decreto Legge Sisma.


11 Dicembre 2019

Categoria : Politica
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