Natale: buio, luce e ancora buio
A L’Aquila da dieci anni Natale è luce dopo il buio e prima del buio seguente. Il Comune si sforza, con risultati, di alleviare l’ansia della città , di rasserenare, di dare almeno l’illusione che tutto sia normale. Ci riesce e gliene va dato atto, anche con idee nuove. Ma spente luci e luminarie, il buio è inesorabile, perché buona parte del centro è nelle tenebre come 10 anni fa.
Per chi girato L’Aquila distrutta fin da appena dopo la catastrofe, come noi, è amaramente noto il senso di devastazione, di morte, di sepolcrale silenzio delle macerie. La vita andata via, il pesante silenzio, il fruscio guardingo degli animali randagi o ladri e predoni tra le rovine è indelebile.
Ecco perché vengono ben accolte le luci fittizie di Natale, ma vanno via restituendo il dolore e la solitudine. Ancora un Natale in cui bisognerà sforzarsi di far finta di nulla. Recitare, con la lacrima di Pierrot sul visto bianco . Quanti ancora?
PENSIERINO – Il viandante cammina sotto la luce del lampione macilento e tremolante. Passato lui, il lampione si spegne. Se guarda indietro, il viandante scopre che tutti sono spenti e c’è solo buio. Capisce che avrà solo pochi attimi di luce.
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