Chieti, come non pago le bollette e resto dove sono
Chieti – Se è vero, ma pare proprio che molti ne siano certi, che una quindicina di politici comunali (assessori inclusi), per diverso tempo ha dimenticato di pagare le bollette, occorre ricordare che Chieti fu – un tempo – città della camomilla, ma oggi non è molto cambiata. Caput… camomillae è un latino maccheronico ma eloquente che è ancora attuale.ùInfatti, mentre i giornali spifferano dati e nomi, non accade nulla. Tanto meno che qualcuno chieda scusa, paghi il dovuto e sene torni a casa con la coda tra le gambe.
Che le cose si dicano, specie in politica, non è sempre sicuro che siano anche vere. Quindi aspettiamo che ogni diceria sia verificata e soprattutto che chi non ha pagato le bollette, le paghi. Ma è fuori di luogo tacere che, in una politica sana e trasparente, un semplice sospetto, per di più tanto ripetuto e ribadito, dovrebbe bastare per indurre un politico a farsi da parte. Magari facendo cadere l’amministrazione. Per dimostrarsi puliti c’è sempre tempo. Altrimenti, la gente è quasi costretta a pensare a male.
Anni fa un collega caposervizio di un quotidiano teatino ci diceva: “Qui la mattina il sindaco, il vescovo, il questore e gli altri capi versano grandi quantità di camomilla nell’acquedotto. Così la giornata trascorre tranquilla …
Quel tempo è davvero trascorso, o la gente accetta tutto senza scomporsi?
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