13 anni fa: “Entro il 2010 forte terremoto”
L’Aquila – Dall’archivio salta fuori un servizio de Il Messaggero di 13 anni fa. Un articolo di Giancarlo De Risio, datato ottobre 1997. Ne riproduciamo il titolo “a nove colonne” come si diceva una volta. La fonte è autorevole. Scientifica. Un allarme vero e proprio che non avrebbe certo dovuto produrre panico e fughe incontrollate, ma sicuramente riflessioni dei politici e, per quanto possibile, interventi di prevenzione almeno su quegli edifici di cui già si sapeva perfettamente che erano a rischio sismico. Alcuni anche ad elevato rischio sismico. Il servizio indica come periodo possibile gli anni “dopo il 2000″, anzi più esattamente “entro il 2010″. Quando il servizio comparve, era ancora drammaticamente scottante il ricordo del terremoto in Umbria. Alcuni scienziati ritenevano, e ora sappiamo che erano sicuramente vicino al vero, che tra i terremoti della catena appenninica (la più sismica in Italia centro-meridionale, Calabria e Sicilia escluse) ci fosse una possibile correlazione. Altre scuole di ricerca hanno sempre escluso relazioni fra fenomeni, mentre invece, oggi, si tende a ritenerle probabili. Spesso la scienza, quando non arriva a certezze e dimostrazioni, si contraddice e smentisce se stessa, in base a nuove evidenze. Oppure, verosimilmente, sbaglia di grosso.
Il servizio del Messaggero di 13 anni fa rientra in una serie di annotazioni e ricordi del cronista, che più volte abbiamo riferito anche su questo giornale on line. Vi furono studi autorevoli (e costosi) sul rischio sismico, i cui risultati erano allarmanti, furono o ignorati o insabbiati. Oggi c’è chi, come il prof. Moretti, sismologo, ritiene che debba ritenersi probabile un evento sismico importante sempre in territorio abruzzese, sempre lungo l’Appennino, a Sud dell’area colpita il 9 aprile 2009. Non sono magie, previsioni cervellotiche, segnali per richiamare l’attenzione. Sono risultati di studi, e di ricerche dia natura storica. I terremoti appenninici sono periodici e ripetitivi. Dal 1300 in avanti se ne sono avuti una serie, ed è difficile credere che la serie si sia interrotta o esaurita nello scorso aprile. E’ più logico pensare che le faglie siano tornate a caricarsi di energia, dovuta al movimento delle placche tettoniche: energia che dovranno manifestare e scaricare. Così funzionano le cose in natura. (G.Col.) (L’immagine da Facebook)
Non c'è ancora nessun commento.