Amedeo, un gentile collega fino all’ultimo
L’Aquila – Un collega per decenni, dai tempi del Messaggero in via Fortebraccio, dove arrivava la sera alle 19, indimenticabile in abito sartoriale grigio, papillon, Borsalino se faceva freddo, e la sua Maggiolino carta da zucchero (volante crema, balconcino d’acciaio, mica plastica come oggi…).
Amedeo Esposito era anche allora, giovane, un giornalista di vecchio stampo, blocchetto e penna, appunti e fogliettini di carta. Penna stilografica, ovviamente.
Le sue notizie e notiziole servivano a coprire gli ultimi spazi della pagina elaborata in redazione, o il taglio che il caporedattore gli lasciava. Spesso l’apertura, che allora era sempre o quasi di politica e amministrativa. Amedeo la notizia ce l’aveva sempre, spesso una esclusiva. Firmava Ames. Era soprattutto un uomo gentile, educato, dai modi garbati anche nei momenti di nervosismo e di scompostezza di una redazione piena di gente come era quella del Messaggero.
Poi gli eventi che seguirono, non sempre piacevoli. Divenne lui capo redazione, corrispondente dell0ANSA e di giornali economici, riviste, pubblicazioni di mezza Italia. Lottò per avere la redazione regionale ANSA a L’Aquila, la ottenne, non ne divenne capo, e pochi anni dopo l’ANSA emigrò a Pescara. Amedeo rimase sul palcoscenico della stampa aquilana, sempre cortese e attento, e grazie a lunghi e faticosi studi anche un esperto storico della città . Articoli attenti, meticolosi, documentati grazie ad un poderoso archivio che si era messo in piedi. I suoi articoli sono comparsi per anni su questo nostro giornale, eravamo orgogliosi di dare spazio ad un collega che lo meritava. E che in passato era stato memore e attento nei ostri confronti, in tempi sfortunati. Diciamo: quando L’Aquila avrebbe volentieri fatto a meno della nostra penna, Come oggi, del resto.
Amedè, un abbraccio. Le persone perbene non se ne vanno mai. Delle false e superficiali commemorazioni che ti dedicano faresti a meno, lo sappiamo. Ma, signore come sei e fosti, ringrazi. Noi, colleghi fino all’ultimo, ringraziamo te.
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