L’orsa delle tre Aree Protette
La conservazione dell’orso marsicano passa attraverso l’espansione del suo areale -
Pescasseroli – Era già stata chiamata Barbara ad una prima cattura nel Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise (PNALM). È un’orsa -dice una nota del Parco – che ora ha un radiocollare GPS che consentirà di monitorare i suoi spostamenti nei prossimi mesi. È stata ricatturata nei giorni scorsi nella Riserva Naturale Regionale Monte Genzana Alto Gizio (RNRMGAG) dopo un attento monitoraggio che ne aveva rilevato la presenza nei boschi sopra Pettorano sul Gizio, nel periodo in cui l’iperfagia, la fase durante la quale gli orsi mangiano molto per accumulare grasso prima del letargo invernale, l’aveva evidentemente portata a mangiare negli abbondanti fruttiferi, presenti nella Riserva, confermando la grandissima importanza di quest’area per la popolazione di Orso bruno marsicano, insieme a quella del Parco Nazionale della Maiella (PNM), ad oggi, le principali aree di espansione dall’areale storico del PNALM.
Barbara è una femmina di 5 anni, pesa circa 120 chili e, da oggi, grazie ai dati raccolti dal radiocollare potrà aiutarci ad acquisire informazioni importanti anche sul processo di espansione della popolazione all’interno del suo areale potenziale e dove, in definitiva, si gioca la partita della conservazione di questa specie. Dati concreti, acquisiti dai tecnici delle tre aree protette in grado di mostrare spostamenti, abitudini, e anche le criticità che l’orsa incontrerà sul suo cammino prima di iniziare il letargo invernale, così come al suo risveglio fino al periodo riproduttivo primaverile, che potrebbe segnare l’avvio di una nuova fase e, magari, la nascita di cuccioli.
Per gli orsi, gli spostamenti, e con essi le esigenze di conservazione e di gestione, richiedono capacità di vedere e pensare oltre i confini amministrativi. Dentro e fuori Parco, quello o l’altro Parco, quel Parco e quella Riserva, tutti concetti superati dall’indole del plantigrado, abituato a muoversi in cerca di cibo e di luoghi sicuri, senza troppo chiedersi quali e quanti confini amministrativi debba attraversare. E chiedendo, invece, agli uomini, di organizzarsi affinché tra confini amministrativi diversi ci sia la stessa sinergia e la stessa capacità di gestione. La cattura di Barbara è il frutto, l’ennesimo, di una buona sinergia tra alcuni dei principali Enti preposti alla tutela ed alla conservazione dell’orso marsicano su scala vasta, pensata, organizzata, e realizzata tra i tecnici del PNALM, che avevano monitorato e catturato l’orsa già una prima volta, in un contesto di particolare difficoltà a Villetta Barrea, quelli della RNRMGAG, che hanno rilevato la presenza dell’orsa e l’hanno monitorata nelle scorse settimane, e quelli del PNM, che hanno gestito la cattura, e l’applicazione del radiocollare, in collaborazione con i tecnici della Riserva. Una sinergia che ha portato frutti e che rappresenta solo uno dei risultati dell’intensa e proficua attività di collaborazione tecnico-istituzionale che i tre Enti hanno messo in campo, dalla Rete di Monitoraggio dell’Orso bruno marsicano in Abruzzo e Molise alla diffusione capillare di sistemi di prevenzione dei danni, dai gruppi di intervento al coordinamento delle ricerche scientifiche, un sistema di supporto vicendevole e duraturo che mira a consolidare le condizioni migliori possibili per la sopravvivenza dell’orso in un areale che, finalmente, sembra essere in graduale espansione.
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