ML, MW, acqua calda e vulcani-bufale
L’Aquila – ML OPPURE MW? Insomma, come la mettiamo con il trambusto e il vocìo sulle varie interpretazioni possibili del valore della magnitudo del 6 aprile? La mettiamo in chiaro e per farlo parliamo con il prof. Antonio Moretti, docente a L’Aquila, esperto sul campo di sismologia e geologia, impegnato in questi giorni a tenere lezione “dal vivo” ai suoi studenti, proprio nei luoghi del terremoto, faglia per faglia.
Prima di tutto le sigle ML ed MW. La prima è la rilevazione della magnitudo locale di un sisma: per L’Aquila si disse (Istituto di geofisica) 5,8. La seconda è la misura del momento sismico, e indica un 6,3 per L’Aquila. La magnitudo è importante: un 5.5 sviluppa energia pari a quella di 180.000 tonnellate di tritolo, un 6 pari a 1 milione di tonnellate. Magnitudo è latino, magnitudine italiano, magnitude inglese.
Perchè due valori tanto differenti?
“La locale – ci spiega il prof.Moretti – è calcolata nelle vicinanze del fenomeno, da diversi sensori, quindi è un valore medio. Se la scossa è forte, i sensori vicini di molte stazioni si saturano, e non forniscono un dato esatto. La misurazione del momento avviene invece molto lontano, anche a migliaia di chilometri, è fornisce un valore più generale”. Valido, dunque, il valore MW di 6,3 Richter. Cosa ne derivi sul piano legale e delle provvidenze, è un aspetto del problema che non può interessare nè gli scienziati, nè il cronista, almeno in questa sede.
ACQUA CALDA DAL SOTTOSUOLO – Da giorni a L’Aquila si diffondono voci, naturalmente allarmistiche e catastrofiste, secondo le quali le acque di sorgente e addirittura del fiume Aterno sarebbero più calde. La voce potrebbe avere un fondamento ma non evidenzia un fenomeno sconosciuto o strano. “Durante un terremoto potente – dice Moretti – cambiano molte cose. Il Gran Sasso si è alzato di quasi mezzo metro. Tutte le sorgenti profonde (naturalmente più calde delle superficiali) danno più acqua, i laghi esondano e poi come Sinizzo scendono. Le acque profonde in risalita lungo le faglie risultano meno fredde. L’aumento del livello dell’acqua, come quello del gas radon, sono precursosi di un terremoto. Sono anni che studiamo queste cose. Solo che per misurare il radon occorrono apparecchiature molto sofisticate e precise. Non possono averle i privati e i ricercatori dilettanti”. Acque calde, dunque, ma niente di straordinario.
IL VULCANO? SCIOCCHEZZE - Le voci che purtroppo circolano, e spesso accrescono la paura e la perdita di controllo nella gente, parlano (facendo riferimento all’acqua calda) del “vulcano che si starebbe riattivando”. Il vulcano… di Monticchio. Un’autentica sciocchezza, che il prof. Moretti bolla come “una bufala clamorosa”. Semplicemente perchè nell’Aquilano non ci sono, nè mai ci furono, dei vulcani. Il vulcano… di Monticchio è soltanto una dolina, peraltro non l’unica e anche piccola, ovvero una formazione dovuta ad antichissimi ghiacciai. La zona non è mai stata nè sarà vulcanica.
Le diverse scosse sismiche aquilane sono state, infine, collegate fantasiosamente con altri terremoti, uno dei quali a Cassino. E altre voci, del tutto assurde, hanno fatto riferimento (anche a Sora e altrove) ad un possibile risveglio del Vesuvio. Un’altra balla fantasiosa. Il Vesuvio, vulcano attivo, si risveglierà sicuramente e saranno guai, come lo furono per Pompei quasi 2.000 anni fa. L’ultimo fil di fumo risale al 1944. Ma la zona è rigorosamente monitorata e non vi sono segni di alcun genere. Quando ci saranno, lo sapremo per tempo, lo saprà tutto il mondo, perchè il vulcano napoletano è esplosivo e quando “scoppia”, sono guai. Almeno per ora, non pensiamoci, e non c’è motivo per farlo: abbiamo già tanti guai nostri. (Gianfranco Colacito)
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