La politica è alla frutta
La politica italiana è ormai a fine pasto, alla frutta come si dice, sia a livello nazionale che locale. A L’Aquila quello che retoricamente si dovrebbe chiamare Festival degli incontri per il decennale del sisma, è solo uno scontro. Costa un sacco di soldi, manca ormai un tempo minimo per farne qualcosa di decoroso, mette in luce tutti i peggiori aspetti del clima in cui viviamo (si fa per dire), resuscita polemiche che sarebbero state vecchie e rancide anche negli anni Sessanta, Figuriamoci oggi.
A livello nazionale abbiamo assistito, durante il parto del Conte due, a momenti della peggiore tradizione italiana, lotte goffe da insetti per il potere, assalti alla poltrona, baruffe da lavatoio, strepiti da gallinacci. E infine una porta in faccia all’Abruzzo con i sottosegretari: neppure un pensiero alla ricostruzione, solo una imbarazzata visita di Conte nelle zone terremotate.
Tutti tentano di migliorare, di evolversi, meno i capi della politica. La lezione dell’astensionismo dal voto non è servita. Peggio per loro. Noi il nostro peggio già ce lo abbiamo.
PENSIERINO – “Ci avete mentito tutti, dicendoci che non ci avreste lasciati soli” dissero i terremotati a tutti i vip sfilati in passerella dalle loro parti. Che ti fa il premier? Va a sfilare appena appattumato il suo governo.
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