L’Ateneo? Cresce ed è virtuoso
L’Aquila – Come anticipavamo ieri, i dati ufficiali riconosciuti e accettati dal Ministero, confermano che l’Università aquilana non solo è ad elevati livelli di qualità (attestati in classifiche nazionali compilate all’esterno), ma è virtuosa. L’aggettivo non è solo un complimento come quelli che un tempo si tributavano alle fanciulle illibate e laboriose. E’ una definizione tecnica, partorita da Tremonti e altri cervelloni dell’economia e della politica, che indica una sola verità : conti a posto, risultati verificati, dunque – come giustamente vuole la ministra Gelmini d’intesa con il suo capo Berlusconi – possibilità concreta di risorse, di crescita, di riconoscimenti sul piano pratico. Le virtù dell’ateneo, che sono scritte e documentate, sono state illustrate questa mattina da un soddisfatto rettore Ferdinando di Orio e da un radioso direttore amministrativo Filippo Del Vecchio. Trovarsi a posto con i conti, di questi tempi e nel panorama inquietante del mondo universitario italiano, non è facile nè frequente. Se pensate che l’Università di Siena ha sperperato denaro per comperare un appartamento dai balconi del quale assistere al Palio, capite che i soldi bisogna spenderli diversamente. Non sono molti (e ti pare…) però ci sono per chi li sa spendere bene. E lo Stato li erogherà a chi li merita.
Il riconoscimento di conclamata virtù all’ateneo aquilano è una misurazione PROPER 2008 nel rapporto AF/FFO e parla di un 89,86%, cioè di una percentuale inferiore alla soglia critica del 90%. In un primo tempo la misurazione provvisoria dava a L’Aquila il 92,54%, successivamente rivisto e modificato in base a dati esibiti e a verifiche rigorose. Il superamento del 90% era dovuto… a mancati finanziamenti da parte dello Stato! Non roba da poco, ma ben 7 milioni di euro. Nel frattempo, l’ateneo cresceva ugualmente e primo in Italia stabilizzava tutti i dipendenti che potevano essere inquadrati, secondo la legge. Ora le cose cambiano, il riconoscimento c’è, dovuto e giusto. 2000 dipendenti, 27.000 studenti, nuove sedi, lauree che in buona percentuale danno lavoro. Un motore essenziale nell’economia locale. Roma lo sa, L’Aquila prenda appunti: forse si può fare di più nei rapporti tra istituzioni e città . (G.Col.)
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