Pescara, il coraggio di fare cultura
Fino a non molto tempo fa l’Italietta tartufa e baciapile non aveva sempre il coraggio di fare cultura. Certi personaggi erano scomodi per decreto dei potenti di turno, che fossero telecomandati dagli USA o proni di fronte al Vaticano. Gli intellettuali, specie comunisti, avevano i loro guizzi di ribellione, spesso tuttavia schiavi anche loro dei diktat di sinistra, non meno tartufi.
Pescara, città di Flaiano e di d’Annunzio ha saputo svincolarsi. Grazie a Edoardo Tiboni, ha creato anni fa l’ottimo premio Flaiano, dedicato ad un uomo geniale, ma sicuramente per molti scomodo.
Oggi rende omaggio addirittura alla vicenda (c’è chi la chiama impresa) del Vate a Fiume. Non è facile svincolarsi da lacci e remore su certi argomenti e momenti storici. Ma il poeta resta un grande poeta, uno scrittore esimio, un uomo che, come dicevano signore e nobildonne dell’epoca ce lo aveva di legno. Il che non guastava allora, e non guasterebbe oggi, tempi in cui di legno sono molti cervelli e molte eminenze politiche.
Ma Pescara ha vinto e rende omaggio anche al Vate, dopo l’ispido Flaiano. Bene, l’Abruzzo sta crescendo.
PENSIERO – L’impresa, chiamiamola come a molti piace, di d’Annunzio a Fiulme non piacque al Duce, ma dimostrò che il poeta aveva gli attributi. E molto ardimento personale. Se vi pare poco in tempi in cui la gente ha paura dei tuoni e del malocchio,…
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