Monsignor O. Antonini: arte, cultura e natura in chiave turistica per il futuro della cittÃ
L’Aquila – (F.C.). “Non è stata protagonista di creazione artistica, ma senz’altro, quando Roma e Firenze erano i centri pilota dell’architettura italiana, L’Aquila ha rappresentato un importante centro di assimilazione di arte, rielaborando per conto proprio in maniera originale stilemi come le facciate quadrangolari”. Ed è su arte, cultura e natura in chiave turistica che per monsignor Orlando Antonini, Nunzio apostolico, il capoluogo abruzzese deve puntare per risollevare l’economia del territorio nel suo percorso di rinascita, a dieci anni dal terremoto del 2009. Da appassionato studioso qual è, Antonini riassume questa sua visione nel volume “L’Aquila. Contesto architettonico sacro di opere d’arte in mostra” (ed. Verdone), scritto a corredo del catalogo dell’esposizione che, attualmente in corso in Val d’Aosta, al Forte di Bard, presenta 14 opere di scultura, pittura e oreficeria, provenienti da 13 chiese aquilane, recuperate e restaurate dopo il sisma. Una mostra promossa dall’associazione ‘Forte di Bard’ con il patrocinio del Comune dell’Aquila e della presidenza del Consiglio regionale dell’Abruzzo; tra le opere esposte vi sono il grande Crocefisso della Cattedrale e la Croce processionale di Giovanni di Bartolomeo Rosecci, il San Michele arcangelo di Silvestro dell’Aquila e il San Sebastiano di Saturnino Gatti. Il libro sarà presentato oggi, nella settimana della Perdonanza Celestiniana, all’Aquila – Sala Rivera di Palazzo Fibbioni, ore 17 – nell’incontro “L’Aquila, i suoi tesori d’arte e di architettura sacra a 10 anni dal sisma”, con gli interventi di Raffaele Daniele, vicesindaco e coordinatore del Comitato Perdonanza, dell’architetto Maurizio D’Antonio, di Marco Zaccarelli, curatore della mostra “L’Aquila. Tesori d’arte tra XIII e XIV secolo” al Forte di Bard (Aosta), di Giovanna Di Matteo, storico dell’arte, e dell’editore Domenico Verdone; modera Massimo Alesii, portavoce del Comitato Perdonanza. “Tramontata la pastorizia, la transumanza, lo zafferano, su cui per secoli l’economia dell’Abruzzo aquilano si era basata, dobbiamo puntare su natura, cultura e arte e nell’ambito di quest’ultima l’architettura sacra fa la parte del leone. Questo volume – spiega monsignor Antonini all’ANSA – aiuta a conoscere la provenienza delle 14 opere aquilane esposte che vengono così inquadrate nel loro contesto, poiché ne spiego la funzione originaria di suscitare o rafforzare la fede. La seconda parte del libro riguarda la sintesi storica di tutta l’architettura aquilana, dal XIII secolo a oggi. Il fatto che il volume sia legato alla mostra del Forte di Bard serve a far conoscere meglio L’Aquila, sempre nell’ottica della promozione turistica”. Nel volume si accenna anche alle recenti scoperte favorite dagli interventi di ricostruzione post sisma. “Dai lavori in corso stanno riemergendo cose meravigliose, portali, bifore, pregevolissimi affreschi ed elementi architettonici che la precedente ricostruzione post-sismica settecentesca aveva occultato – sottolinea Antonini – Insomma, paradossalmente, il sisma del 2009 sta dando un’occasione per riscoprire cose dimenticate e questo può senz’altro aiutarci a risorgere e a riprenderci un’identità , se i nostri operatori economici interverranno consapevolmente, se arriverà qualche mecenate”. (fonte ANSA)
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