Chi danneggia agricoltura e allevatori? La Regione lenta e confusionaria

L’agricoltura è materia regionale, e se invece di risarcire i danni, li aggrava, come in Abruzzo, la colpa -ovviamente – è solo sua. Molte chiacchiere, molta retorica, ma in pratica le cose vanno diversamente. E non da poco tempo.
Prima di tutto i ritardi della burocrazia regionale, ormai è noto anche se non se ne parla a sufficienza, hanno causato il rischio di perdere 30 milioni di sostegni europei. Bisogna muoversi per tentare di recuperarli, ma non risulta che qualcuno lo stia facendo. Risulta che la Regione è chiusa per Ferragosto.
Si aggiungono poi proteste da allevatori dell’Aquilano, i quali da Tornimparte hanno denunciato sui giornali intollerabili ritardi regionali nel risarcimento di danni causati da lupi, cinghiali e altri animali protetti.
In un paese attento ai problemi della gente, la Regione avrebbe già risposto spiegando il perché e il percome. Se non lo fa, o non legge neppure i giornali, o non ha risposte da dare.
Eppure, vengono denunciati episodi gravissimi: risarcimenti dei danni da lupi attesi per anni, anticipi irrisori ai quali non segue il saldo dovuto, una giumenta del valore di 1.000 euro pagata con appena 200 euro, un sistema digitale delle denunce di danni che evidentemente non funziona. E molti altri casi.
Gli uffici regionali sono lenti, inefficienti, o assenti. Tanto da scoraggiare i pochi che ancora praticano l’allevamento in montagna, da sempre difficile e faticoso. Non è così che si sostiene questo tipo di lavoro in una terra di montagne e difficoltà legate alla protezione dell’ambiente e degli animali.
Se la Regione non ha soldi per risarcire lo dica. Se invece tutto dipende dalla burocrazia, si svegli e cambi metodi. O persone. Il ritardo perenne, da subire come disservizio, può e deve essere eliminato, magari insieme a chi ne è responsabile ad ogni livello.

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