PD: “Infiltrazioni malavita? Non è una novità ”
L’Aquila – Per il segretario provinciale PD Francesco Piacente “La notizia dell’inchiesta su infiltrazioni della malavita organizzata nella nostra provincia è solo l’ennesima conferma di un fenomeno già tristemnete noto. Il nostro territorio è sempre più al centro di interessi e attenzioni da parte delle cosche mafiose: un fenomeno preoccupante che non può più essere taciuto e rispetto al quale le forze politiche, sociali e la società civile devono reagire con forza e consapevolezza. Anzitutto il ringraziamento va alle donne e agli uomini della Questura dell’Aquila e del Commissariato di Avezzano impegnati nelle indagini nonché ai Magistrati titolari dell’inchiesta. Al loro fianco abbiamo il dovere di sollecitare una reazione di riscatto civile e culturale che produca adeguati anticorpi contro i crescenti fenomeni criminali. I sequestri di beni nell’area del Fucino e in altre zone dell’Aquilano, frutto di estorsioni, sequestri di persona, traffico di droga e armi, evidenziano la capillarità di talune inquietanti presenze e l’ormai collaudata capacità di replicare, nelle zone di interesse, modalità di gestione e peculiarità della struttura criminale. Il Partito democratico con i sui militanti, amministratori e rappresentanti istituzionali è in prima fila nella lotta a tali fenomeni. Nelle recenti consultazioni europee l’elezione di uomini da sempre in trincea contro la malavita organizzata come il Procuratore nazionale antimafia Franco Roberti sono il segno di una battaglia costante e senza quartiere al fenomeno mafioso, che è anzitutto fenomeno culturale e poi economico. Vogliamo annunciare che in autunno saremo impegnati, in tutta la provincia, in una serie di iniziative di sensibilizzazione sul fenomeno: chiameremo a raccolta tutte le forze sane della società civile per dare una risposta pronta e consapevole, affidando ai nostri eletti nelle Istituzioni nazionali e regionali un impegno sempre maggiore sul tema. Un partito politico solo così, ponendosi al centro di un sistema di relazioni e collaborazioni con mondi vitali della resistenza civile, può rispondere al ruolo costituzionale di corpo intermedio presente nelle comunità locali e al dovere morale di non girare la testa da un
‘altra parte, in particolare nella lotta contro le degenerazioni malavitose cui siamo di fronte
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