Le “scritte” DUX tra i tanti residui del fascismo
L’Aquila – Infuria la polemica, che pare più che altro uno spunto estivo, sulle tante scritte DUX che compaiono qua e là in Italia, residui fisici del fascismo e delle sue idolatrie. La più nota è senza dubbio dalle nostre parti quella formata da alberi sul versante sud del Monte Giano, che divide Antrodoco dai monti aquilano, di Cascina di Cagnano e l’area abruzzese-laziale del valido di Sella di Corno. Anni fa vi furono incendi forse non spontanei (quasi mai lo sono) che minacciarono i tre boschetti a forma di lettere della parola dux.
Ora si polemizza altrove, e c’è chi tuona che i segni del fascismo vanno cancellati e non restaurati. Come se la storia si potesse far sparire con le sue vergogne o le sue glorie, secondo come vengono valutate.
Cancellare, se lo si decide, si può, obbedendo a impulsi che sembrano più che altro ipocrisie. Non c’è bisogno di celebrare nulla, ,a cancellare è inutile, anche perché se davvero si volesse farlo, bisognerebbe far sparire addirittura il quartiere EUR a Roma (la sola architettura italiana moderna con qualche ambizione stilistica) . Ma anche buona parte dell’Aquila moderna dovrebbe essere abbattuta, dalla Fontana Luminosa verso i viali dello stadio o delle Aquile. E la piscina comunale…
O si demolisce tutto, si cancella davvero, o si smette di essere inutilmente polemici i sul nulla.
Non c'è ancora nessun commento.