Si spengono come fiammelle


In pochi giorni se ne sono andati Zeffirelli, Gregoretti, Camilleri, De Crescenzo. Come fiammelle che si spengono in silenzio, dopo aver tremolato incerte eleggere. Siamo molto meno simpatici e intelligenti, nel nostro paese ormai grossolano, incolto, rissaiolo e dedito a insulti e volgarità. Prima o poi, si dirà, tutti se ne vanno e – come diceva Camilleri – è scritto nel nostro ticket quando arriviamo al mondo.
Lascia l’amaro in bocca e, per chi ha più sensibilità, anche nel cuore, che persone così scompaiano quasi tutte insieme, come se un vento freddo avesse soffiato sulle fiammelle. Bellissimo il desiderio di Camilleri di fronte al pubblico di un teatro: vorrei che incontrassimo qui tutti fra cento anni. Un anelito all’eternità, che lo incuriosiva. O solo una delicata speranza di un Omero dolce e delicato, come qualcuno lo ha definito.
Almeno le loro fiammelle ci saranno, vivide, per molto tempo ancora, stampate su libri o in film e scene teatrali. Per altri, tanti altri, prima e dopo la fiammella c’è solo il buio.

PENSIERINO – Dignitoso Luca Zingaretti sulla morte di Camilleri. Ha parlato pochissimo, e scritto un bellissimo addio. Lo stimiamo come uomo molto più di prima.



19 Luglio 2019

Gianfranco Colacito  -  Direttore InAbruzzo.com - giancolacito@yahoo.it

Categoria : Editoriale
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