Mattarella inaugura il dono Ferrari Marchionne ad Amatrice
Amatrice – I doni, sempre molto generosi, sono ciò che costituisce nelle aree terremotate la rinascita, o almeno quella modesta rinascita di una popolazione ridotta comunque del 40 per cento. Il presidente Mattarella questa mattina ha inaugurato un dono prezioso, un campus scolastico per alcune centinaia di ragazzi e ragazzini, sorto e reso accogliente ed efficiente grazie ad una iniziativa di Marchionne e della Ferrari. Valore, 10 milioni. Il compianto amministratore della Fiati, che era abruzzese, lavorò in silenzio e oggi il centro scolastico è una realtà . Ma fuori, ha detto una ragazzina a Mattarella, non c’è nulla. Amatrice è soltanto baracche. Manca tutto il resto, come in altri centri terremotati, come Campotosto o Arquata, perché la ricostruzione non è neppure cominciata nel cratere dell’Italia centrale colpito dai terremoti dal 2016 e 2017.
Semplicemente, i paesi non esistono più e spesso le macerie sono ancora al loro posto da tre anni. A L’Aquila, del resto, la ricostruzione importante di palazzi, chiese, edifici pubblici e così via è ugualmente al palo: ma da dieci anni.
Mattarella ha detto cose vere: non c’è ricostruzione che non sia coordinata, che non riguardi tutti e soprattutto le case. Una ricostruzione che oggi auspicare come veloce suona come una derisione. Ma l’Italia dei burocratici e delle paludi di scartoffie e regole assurde non fa una piega. Impassibile, il giorno dopo dimentica le parole, e ricomincia a non essere, a bloccare, frenare, ritardare, rimandare. Anche a Mattarella apparirà chiaro chi davvero dirige l’orchestra in questo paese che ormai nessuno al mondo ritiene più comprensibile. Tanto meno chi vi abita, o vi abitava e se n’è andato cedendo alla sensazione di invivibilità .
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