Lettere – Cronache delle miserie aquilane
L’Aquila – Scrive Franco Taccia: “Viverci, o meglio abitarci, da il magone ma leggere quel che accade, come si trattasse di avvenimenti straordinari e` anche peggio. Veniamo informati, udite udite, che il comune sta per installare i contenitori per la spazzatura “spicciola” in alcuni punti “strategici”. Come fosse una cosa grandiosa e non una “normalita`”che si doveva realizzare prima, senza tanto clamore. Ora se tanto da tanto ci manca che tra qualche giorno, al primo “buzzico” danneggiato o, peggio, asportato, ci sara` una crociata per circondarli di telecamere o, almeno, proteggerli come tesori. Stranamente a nessuno passa per la testa che da L’Aquila, dopo il terremoto sono andate via migliaia di persone mentre sono aumentati in maniera abnorme punti vendita di cibo e bevande, sopra tutto a base di alcool. Quindi caos e disagio ovunque. E che si fa per affrontare il problema, che e` serissimo? Si progetta di schiaffare impianti di videosorveglianza pure nelle cassette per la posta. La gente prima del 6 aprile usciva, andava in centro, passeggiava, senza tutto questo baillame. Ora s’e` realizzato una sorta di contenitore nel quale si ficca con forza piu` di quanto possa contenere. La fisica spiega il concetto dell’impenetrabilita` dei corpi, che molto semplicemente conferma che due corpi non possono occupare la stessa porzione di spazio. Se fra i tanti che parlano da anni di rinascita ecc ci fosse stato un antropologo o un etnologo, o un sociologo avrebbe spiegato cosa non doveva esser fatto, ovvero perche` le cose vanno male. E magari non farebbe notizia un cestino per la monnezza e neanche 7/8 cestini.
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