Dal cielo ormai aspettiamo il peggio
L’Aquila – Quando il fortunale o il temporale è finito, non resta ormai che domandarsi quanti danni avrà fatto. Perché è davvero improbabile che passi senza fare danni. Lo abbiamo imparato nei giorni scorsi anche in Abruzzo, che dalla piaga della grandine sembrava ancora poco interessato. Non era così. Ne sanno qualcosa nel Vastese, a Pescara, nella Marsica ubertosa dove nei campi coltivati è rimasto ben poco. Ubertosa una mazza: caso mai, ex ubertosa.
L’incubo sta in cielo, insieme con pioggia, fulmini, temporali smodati, correnti fredde e minacciose. L’incubo è una palla di ghiaccio pesante fino a 400 grammi, che viene giù da migliaia di metri a velocità enorme e colpisce duro, non solo teste da mandare in ospedale. E migliaia di veicoli da mandare al carrozziere.
Le previsioni? Lasciamo andare. Gli esperti più onesti, dopo quello che è accaduto il 10, dicono: “Grandinate imprevedibili”. Nel senso che non possiamo dire quanto saranno simili ad arance o anche più grandi.
Il super tecnologico tempo dei congegni magici nelle mani di ogni imbecille in grado di pagarlo è impotente di fronte alla grandine, anzi alla supergrandine. Oggi le previsioni di esperti veri, esperti finti e ciarlatani di ogni specie dicono che domani, sabato, sarà tempo cattivo, pioverà gradinerà , tuonerà , cadranno fulmini e tanta acqua. Fenomeni anche intensi, forse estremi, chi sa, può accadere qua e là . Allerta? è gialla, cioè bassa.
Lo era anche il 10 luglio. Poi accadde quel che sappiamo. Compriamoci un elemetto da cantiere e mettiamo l’auto in garage. Quanto all’orto tanto amorevolmente curato, scordiamocelo.
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