In coma il giovane colpito a pugni dal rom – Tutti muti, ciechi e sordi – Si teme la reazione
Pescara – E’ sempre in coma, nel reparto rianimazione a Pescara, il giovane foggiano ridotto in fin di vita da un selvaggio attacco a pugni ad opera di un rom di 23 anni, che si trova in galera. L’aspetto più drammatico di questa vicenda (simile ad un’altra avvenuta ad Alba Adriatica nel novembre scorso) è che nessuno, neppure una persona, abbia finora offerto la propria testimonianza. Nessuna chiamata in questura, nè in procura. Inutili gli appelli del procuratore Trifuoggi (ripresi dai tg nazionali) e del capo della mobile Zupo: silenzio, occhi chiusi, bocche cucite. Una reazione della movida di Pescara vecchia che molti si aspettavano, ma non in dimensioni tanto clamorose. L’indifferenza totale, eppure un ragazzo di 23 anni è tra la vita e la morte: solo un miracolo potrebbe salvarlo, e in quello spera la povera madre giunta dalla Puglia. Per fortuna, un testimone c’è ed è perfetto: la telecamera che ha ripreso tutto, anche abbastanza nitidiamente, ed ha inchiodato il brutale aggressore, che dopo aver colpito con due pugni (è esperto di pugilato, un’aggravante) l’avversario, si è allontanato accompagnato dai suoi conoscenti. Tutti vedeva che il giovane pugliese era a terra, nel sangue, ma nessuno per molto tempo se n’è preoccupato. Scene agghiaccianti di una società profondamente malata, scene che sono entrate nell’album storico della cronaca peggiore. Mai accaduto a Pescara. Accaduto altrove, sì’, ma dove chi vedeva o parlava rischiava la vita, perchè ad aggredire erano malavitosi armati.
SOLIDARIETA ‘ E TIMORI DI REAZIONI – Il sindaco Albore Mascia e il presidente della provincia Testa si sono recati oggi in ospedale, per recare la solidarietà della città alla famiglia del giovane aggredito, giunta dal paese di origine, in Puglia, insieme con il sindaco locale. C’è una reazione politica: Forza Nuova ha chiesto la chiusura per 15 giorni di corso Manthotè, per mettere a punto strategie antiviolenza e antibulli. Quello che si teme maggiormente è una possibile reazione punitiva nei confronti dei rom, come avvenne ad Alba Adriatica quando fu brutalmente ucciso per la strada il commerciante Fadani. La gente che è cieca, muta e sorda, potrebbe improvvisare spedizioni punitive: invece delle denunce e delle testimonianze, altra violenza e magari contro chi è estraneo a quanto è avvenuto.
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