Sulle detenute in sciopero della fame
L’Aquila – Riceviamo da Luigia De Biasi, per il Movimento Femminista Proletario Rivoluzionario:
“Silvia Ruggeri e Anna Beniamino sono due prigioniere politiche, da 29 giorni in sciopero della fame totale nella sezione alta sicurezza 2 (AS2) del carcere di L’Aquila, dove sono state trasferite il 6 aprile scorso.
Chiedono il trasferimento in altro carcere e la chiusura della sezione AS2 di L’Aquila.
Numerose iniziative in sostegno della loro lotta sono state messe in campo, non solo a L’Aquila e in Italia, ma in tutto il mondo. Dall’Australia alla Palestina sono arrivati messaggi di solidarietà. Vogliamo chiederci come mai?
La sezione AS2 è la sezione dove vengono rinchiuse le persone ritenute responsabili di associazione sovversiva con finalità di terrorismo. Per Silvia tale accusa è già caduta a marzo, e tuttavia è ancora in custodia cautelare in una sezione dove vigono regole restrittive che non si discostano molto da quelle delle aree riservate del 41 bis. Restrizioni che questa città ha già avuto occasione di conoscere durante il processo a Nadia Lioce per “disturbo della quiete o del riposo” del carcere.
“Un carcere femminile peggiore di Guantánamo e di Alcatraz”, come lo defininì Giulio Petrilli. Un carcere che ospita attualmente 10 donne in 41 bis e 4 in fatiscenti celle sotterranee che sono un autentico bunker e sono riservate alle detenute AS2, anche in attesa di giudizio, dove l’ombra del regime di tortura del 41 bis si scaglia prepotentemente su chiunque abbia avuto l’onore o l’onere di aver lottato contro un sistema basato sulla disuguaglianza, la guerra, lo sfruttamento, il razzismo, la devastazione ambientale. Un carcere che è una vera e propria tomba, non solo per chi vi è reclusa/o, ma per gli stessi principi democratici che costituzionalmente questo Stato si è dato.
Ma questo Stato è stato finora sordo alle legittime proteste delle anarchiche detenute, anzi ha risposto con il trasferimento in questa sezione di un’altra compagna, Natascia Savio, a cui sono state trattenute le carte processuali e disposto l’isolamento e la censura. Anche lei è in attesa di processo e in sciopero della fame.
Le tre donne sono monitorate dal personale sanitario, ma la loro richiesta di poter far entrare un medico dall’esterno viene ad oggi ancora disattesa e aumenta la responsabilità dell’amministrazione penitenziaria in una situazione che è gravissima: lo sciopero della fame totale per 29 giorni lascia dei segni irreversibili.
Più passa il tempo, però, più aumenta a macchia d’olio la solidarietà da parte di altri detenuti e detenute. Oltre agli anarchici reclusi in altre carceri, sempre nel carcere di L’Aquila, le donne recluse al 41 bis hanno intrapreso una battitura quotidiana di mezz’ora, la cui eco è arrivata fino alle sezioni di 41bis maschili, dove si è rafforzata, perché altri detenuti hanno iniziato a battere sulle sbarre. La solidarietà è l’ossigeno delle lotte e questa lotta non sembra destinata a spegnersi, perché, come hanno scritto Silvia e Anna nella loro proclamazione di sciopero: “…Esistono condizioni di carcerazione, comune o speciale, ancora peggiori di quelle aquilane. Questo non è un buon motivo per non opporci a ciò che impongono qui. Noi di questo pane non ne mangeremo più: il 29 maggio iniziamo uno sciopero della fame chiedendo il trasferimento da questo carcere e la chiusura di questa sezione infame.”
Solidarietà a Silvia, Anna e Natascia in sciopero della fame”.
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