San Giovanni, notte di falò beneauguranti
SOLSTIZIO, ESOTERISMO E MASSONERIA –
La notte tra 23 e 24 giugno, San Giovanni, si accendono i fuochi, detti anche focaracci o falò, bruciando paglia, legnetti, rami, sterpi, cartoni, scatole e quanto viene raccolto durante il giorno. Le fiamme non debbono essere molto alte, perché tradizione richiede che siano saltate. Porta bene infatti saltare il fuoco ed esprimere desideri, per le ragazze di una volta auspici di prossime nozze. E’ anche la notte in cui si suggella amicizia e si diventa compari.
Le feste e i riti con i fuochi sono tanti in tutta Europa. Di solito il rogo riporta la luce, da noi era un tempo il trionfo dell’estate. Oggi lo è di più viste certe primavere fredde e nevose che ci toccano…
Il significato più remoto è anche quello di scacciare il maleficio, le streghe, le creature maligne.
Oggi i pochi fuochi che si accendono nei piccoli centri sono solo rimasugli di tradizioni dimenticate. Ma non ancora morte.
Al di là delle credenze popolari, che comunque hanno radici, esistono studi, rapporti e una cultura che lega i solstizi, San Giovanni e la massoneria. Facile capire il collegamento tra la data del 21 (giugno o dicembre) e quelle di San Giovanni e del Natale. Questione di pochi giorni, niente se si ricorda che nel solstizio il Sole “si ferma” al massimo della sua declinazione positiva o negativa. Solstizi porte dello spirito, legami con la luce e con analoghi rituali presenti – è un fatto – o comunque rintracciabili in antiche civiltà (culto del Sole) a cominciare da quella egizia alla quale i massoni si rifanno.
Non, dunque, solo una festa con i fuochi e gli amori auspicati. Molto di più, da millenni.
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