L’Aquila, pacchia per la mala


Da tempo, davvero troppo tempo, L’Aquila è una sorta di eldorado per la mala, presumibilmente più esterna che locale. C’è, in pratica, una immigrazione di delinquenti- alquanto professionisti – che vengono a compiere spaccate, sfondare vetrate, depredare negozi e anche uffici (le poste). Il susseguirsi di tali imprese stupisce e preoccupa la gente, che non sapeva di vivere in una specie angiporto, in un borgo del vecchio West, in una pista per scorrerie banditesche. Che quasi sempre vanno a buon fine e chi s’è visto, s’è visto.
Prima dell’ondata di imprese banditesche, per anni dopo il 2009 la città è stata depredata, derubata, scassinata, da indisturbati ladri che si erano impadroniti dell’area rossa. Alzi la mano chi non ha subito almeno un furto. Hanno rubato tutto, oggetti, arredi, mobili, finestre, termosifoni, infissi, rubinetteria.
E’ difficile vivere anche senza ladri e banditi. Difficilissimo con loro tra i piedi e aprendo il giornale la mattina ci si chiede solo dove hanno colpito durante la notte. E i politici parlano di sicurezza…

PENSIERINO – Coldiretti dice che nei mercati troveremo poca frutta e verdura italiana, visto il maltempo. Ma perché, senza maltempo troviamo roba italiana? No, pochissima, e per di più anche pessima. E costosa. La soluzione c’è: ne faremo a meno.



26 Maggio 2019

Gianfranco Colacito  -  Direttore InAbruzzo.com - giancolacito@yahoo.it

Categoria : Editoriale
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