Lettere – Replica all’assessore Taranta
L’Aquila – Scrive Franco Taccia: “Ho letto il comunicato inerente tra l’altro la “riqualificazione” (termine strausato da anni e mai foriero di soluzioni definitive) della Pineta di Roio ed il programma (in realta` sembrano solo buone intenzioni) della sistemazione del resto del verde pubblico in citta`. Una veloce digressione. Nei giorni scorsi sono stato “costretto” a presentare un esposto alla ASL, settore salute pubblica e igiene ambientale, per denunciare lo stato vergognoso di degrado con erbacce alte un metro nella zona in cui vivo, ben sapendo che non si tratta di un caso unico ma generalizzato. Pochi giorni fa il signor Taranta aveva onestamente riconosciuto che il comune ha pochi uomini e mezzi finanziari per garantire la “quotidianita’”. E non e` certo colpa dell’assessore. Ma quel che risulta inaccettabile e` che a parziale giustificazione sia stato tirato in ballo il fatto che da mesi i pochi uomini a disposizione sono stati super impegnati per ripulire dove passa il giro. E questo e` intollerabile. Come lo e` constatare che le zone piu` in vista, vengano sempre curate con attenzione certosina (perche` da li passa piu` gente?) mentre altrove regna il sudiciume e, quanto al taglio dell’erba, posto che fino a una decina di giorni fa fa sembrebbe che il comune non avesse ancora appaltato i lavori, lo stesso avviene un paio di volte l’anno col materiale tagliato lasciato ad imputridire. Si cominci a garantire un minimo di decoro ovunque, non solo “in vetrina”.
Quanto dico si lega alla pretesa di partire con estemporanee riqualificazioni senza garantire a priori il mantenimento di quanto fatto. Un consiglio, senza livore o altro. Al comune, qualcuno, lasciando da parte progetti faraonici, potrebbe cercare di farsi un’idea di cosa si intende per verde pubblico nei posti “civili”, anche in Italia. Quanto ai soldi che servono, cacciati sempre dal contribuente, forse sarebbe il caso di rispettare le priorita` lasciando da parte la ricerca spasmodica della` visibilita` per chi sta fuori. La citta` deve essere in primis vivibile per chi ci sta dentro. Questo attirerebbe anche i forestieri, senza ricorrere ai fuochi d’artificio.
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