Lettere – La “storia” del traforo segue quella della monnezza…ovvero una finta tira l’altra
L’Aquila – Scrive Franco Taccia: “Tempo fa venne diffusa la notizia, come cosa certissima, dello spostamento del terminal bus dalla stazione Tiburtina a “casa del diavolo”, con immediati proclami da parte di tutti i politici di ogni ordine e grado, dai monti al mare alle colline. Non sapendo cosa escogitare pensarono alla monnezza. Voi ci esiliate i pendolari, e noi vi respingiamo la monnezza romana, insomma, una sorta di “monnezza go home”. Ovviamente i bus, come era facile intuire, continuano a partire e ad arrivare dalla Tiburtina con tutti quanti pronti a vantarsi d’aver sventato la minaccia. E la monnezza? Anche quella come prima e prima ancora, probabilmente via autostrada e di notte, che` la puzza si sente meno anche se nessuno ne parla piu`. Con la storia del traforo nessuna differenza, perche` anche il politico piu` ebete (bella lotta per scoprire chi sia..) pare aver capito che sotto il Gran Sasso il traffico deve continuare per cui non si parlera` piu` di blocchi. E neppure di revoche a chicchessia Era tutta una finta, anche questa minaccia.
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