S. Saraceni (CNA): chiusura del traforo , interno e costa, rischio collegamenti da Far West
Pescara – (F.C.). Savino Saraceni, presidente regionale della CNA Abruzzo, ha espresso il suol punto di vista in merito alla preoccupante ipotesi di chiusura imminente del traforo del Gran Sasso, con particolare riferimento al mondo dell’economia regionale e delle disastrose conseguenze che questo atto comportrebbe alle imprese, in un momento tutt’altro che roseo: “Tra pochi giorni l’Abruzzo sarà spaccato in due, e in tutto questo non si riesce a comprendere quale sia l’autorità in grado di impedire che territorio interno e costa restino privi di collegamenti degni di questo nome per settimane e settimane. A poche ore ormai dalla scadenza del 19 maggio, fissata da Strada dei Parchi, la società che gestisce le autostrade A24 e A25, per la chiusura del traforo del Gran Sasso – afferma – in una ridda di minacce di revoche della concessione e annunci di diffide, ad oggi non è dato sapere quale autorità sia davvero in grado di impedire la chiusura, andando oltre gli annunci. Se a questo poi si aggiunge l’altrettanto imminente chiusura per lavori di manutenzione straordinaria del viadotto all’uscita del casello di Bussi-Popoli per diverse settimane – evidenzia Saraceni – si coglie in pieno il senso del disastro che ci aspetta: in pratica, i collegamenti tra L’Aquila e la costa saranno possibili solo grazie a una viabilità secondaria da vecchio Far West, più adatta alle diligenze che al traffico di auto e mezzi pesanti. A meno di non doversi sobbarcare decine e decine di chilometri in più di autostrada, con aggravio di costi. Mentre in Italia si discute della chiusura dei porti – aggiunge sempre Saraceni non senza un velo di ironia – forse sarà pure il caso che qualcuno si occupi, più semplicemente, di tenere aperte le autostrade. Va garantita ovviamente la doverosa messa in sicurezza di sistemi idrici, così come la manutenzione ordinaria e straordinaria delle strutture, ma non si può mettere in ginocchio una regione intera chiudendo tutto, e costringendola così a un salto all’indietro di decenni. Oltretutto, ad essere tagliata in due sarebbe l’Italia intera, vista la funzione di raccordo che le autostrade abruzzesi hanno con la Capitale e la costa tirrenica: dunque, è tempo di decisioni urgenti e indifferibili”.
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