Banca d’Italia, migliaia di sfollati
L’Aquila – La sede della Banca d’Italia è senza personale, visto che in parte risulta inagibile. Gli stipendi ai dipendenti operanti a L’Aquila saranno pagati, a fine mese e forse anche a fine maggio, dagli uffici di Pescara. Di recente la sede del capoluogo era stata potenziata e rinfoltita ma il terremoto ha guastato tutto. Nel palazzo aquilano di piazza Duomo, che sarà comunque presto messo in sicurezza, ci sono importanti strutture di sicurezza molto vigilate dai carabinieri.
Ma i problemi della Banca non finiscono qui. Unico caso in Italia, l’istituto ha un grande quartiere, lungo via Venti Settembre, con centinaia di appartamenti affittati ad altrettante famiglie, tutte sfollate al momento. Uno degli edifici sembra sia stato duramente messo alla prova dai sismi, mentre gli altri sono da verificare uno per uno. Le verifiche sono cominciate oggi tra mille difficoltà , che hanno costretto il direttore in persona a scendere in campo per organizzare gli accessi nei vari appartamenti delle squadre di tecnici (con alcuni membri di ogni famiglia). La Banca non aveva i telefonini di tutti i propri inquilini, e con alcuni è risultato impossibile stabilire un contatto. Fatica enorme, e risultato solo parziale. I risultati delle verifiche dovranno essere poi comunicati a ciascun inquilino. Per ora il quartiere è senz’acqua e senza gas, come altri, e pensare di poterci abitare è impossibile. Inoltre almeno due grandi edifici contigui appaiono in condizioni molto precarie e nessuno accetterebbe di vivere con il rischio di crolli, sia pure esterni alla proprietà della Banca.
Purtroppo, nelle emergenze di pagano arretratezze e disservizi stratificati e annosi: la Banca non solo non ha i numeri dei cellulari (neppure a pensare agli indirizzi e-mail, roba che ai burocrati del passato non risultava esistente…), ma neppure ha scelto la strada più comoda: un comunicato da far pubblicare sui giornali e in tv, oltre che naturalmente sul nostro sito (che lo avrebbe fatto gratis e volentieri offrendo un servizio pubblico utile a migliaia di persone). Niente di niente, solo carta, penna, passaparola e così via, come 50 anni fa. Posta, naturalmente, niente, perchè il servizio non sarebbe servito in un quartiere non più abitato.
Vi abbiamo raccontato questa storia accaduta oggi, vissuta dal vostro cronista personalmente, perchè riguarda la popolazione di un grande complesso abitativo (più di 200 famiglie in diverse palazzine e lungo diverse strade impercorribili) e mette in luce un’Italia che si è comportata benissimo, ma soffre di arretratezze e burocrazia persino in momenti così dolorosi. Fatica il doppio e produce la metà di quello che potrebbe.
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