Parte la protesta alla cava Teges – La gente di Paganica alza la voce e pone condizioni


Paganica – Domani 20 marzo alle ore 10 i cittadini autoconvocati di Pagancia, la più grande frazione aquilana con circa 6.000 abitanti, sdelvaggiamente colpita dal terremoto, daranno vita ad un presidio presso l’ex cava Teges di Pontignone, dove inizierà una raccolta firme, per dare peso alle condizioni poste dalla popolazione paganichese. S’invitano inoltre le amministrazioni locali a far proprie le proposte espresse, dice una nota.
Ecco un documento che pubblichiamo integralmente sull’iniziatva e i suoi intenti:
“LE RAGIONI DELLA MOBILITAZIONE
PREMESSO CHE
dalla destituzione del
comune di Paganica nel 1927 il nostro territorio ha subito uno
smembramento della propria storia, attraverso una sottrazione
sistematica del paesaggio e dei luoghi simbolo della comunità. Le
scelte degli ultimi anni hanno sistematicamente condotto l’agricoltura
e l’allevamento locale verso l’agonia compromettendo il tessuto storico-
paesaggistico-culturale:
- Esproprio, durante gli anni 70, di 200
ettari di terra agricola e irrigua, per la realizzazione del nucleo
industriale di Paganica-Bazzano con la presenza d’industrie chimiche
altamente inquinanti e siti industriali non ancora bonificati (come la
ex Ravit);
- Mancato ripristino ambientale, previsto da legge delle
cave Teges 1, 2 e 3, che le rende ferite ancora aperte sul territorio;
- Mancata acquisizione ad uso pubblico di Palazzo Dragonetti, dunque
svendita dell’edificio storico e del suo parco a privati;
-Realizzazione durante gli anni 70, sul nostro territorio di diverse
discariche di rifiuti solidi urbani
- Esproprio di 6 ettari, negli
anni novanta, di terra agricola per la realizzazione del Centro
polifunzionale, rimasto ad anni di distanza un’opera incompiuta;

A SEGUITO DEL TERREMOTO DEL SEI APRILE, CHE DURAMENTE HA COLPITO LA
COMUNITA’ PAGANICHESE, GLI STESSI CITTADINI HANNO DOVUTO SUBIRE
L’ESPROPRIO DI 34 ETTARI DI FERTILE TERRA AGRICOLA E IRRIGUA, PER LA
REALIZZAZIONE DI 29 PIASTRE PE RIL PROGETTO CASE.
PER QUANTO
RIGUARDA POI LA CAVA EX-TEGES
Nonostante negli anni le varie
amministrazioni locali abbiano usato il territorio dell’ex comune di
Paganica come “cortile di casa”, le genti di Paganica e del
circondario, non vogliono tirarsi indietro rispetto alle problematiche
legate allo smaltimento e recupero delle macerie nella cava ex-Teges
A PATTO CHE vengano rispettati dei punti sui quali la popolazione non
è disposta a trattare:
1) Esproprio immediato dei siti dell’ex Teges
2 e 3 in località Pontignone, ed esclusione di qualsiasi ampliamento
del sito;
2) Temporaneità nell’utilizzo dei siti dell’ex Teges 2 e
3, limitata ai tempi di riempimento stesso della cava con gli inerti e
successiva rinaturalizzazione e ripristino paesaggistico dei siti
finalizzato alla fruizione turistica-ricreativa e sociale come verde
pubblico;
3) Nessun nuovo esproprio di terra agricola al fine di
ampliare a due corsie la strada di servizio ai siti di smaltimento,
quindi ovviare ai problemi di traffico dei mezzi pesanti attraverso
piazzole di sosta;
4) Coinvolgimento di tutti i comuni del cratere,
per la soluzione complessiva del problema macerie utilizzando tutte le
cave disponibili da ripristinare e riqualificare;
5) Esclusione
definitiva del sito di Cesarano da qualsiasi impianto di smistamento e
deposito, in quanto penalizzante per gli abitanti di Paganica e Camarda
dato che per il sito è già stata deliberata la sua inclusione nel Parco
Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga;
6) Tutela del fiume Vera
dove ancora oggi vengono sversati i liquami della rete fognaria
paganichese e la salvaguardia di tutte le canalizzazioni a scopi
irrigui,
7) Istituzione di una commissione di garanzia
rappresentativa delle comunità locali, per vigilare sul corretto ed
effettivo ripristino ambientale.
I Cittadini di Paganica autoconvocati Telefono: 3285428008 Antonio Cacio”.


19 Marzo 2010

Categoria : Cronaca
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