SCUOLA – Anief su Def e stipendi


Il sindacato Anief rilancia e chiedi aumenti mensili di 90 euro da subito utilizzando i soldi dei tagli, 200 euro a regime se recuperati quelli risparmiati nei dieci anni precedenti. Dal Documento di Economia e Finanza 2019 presentato dal Governo nemmeno un euro in più rispetto a quanto stabilito dalla Legge di stabilità n. 145/18: in busta paga, da aprile, i 5 euro, a quattro mesi dalla scadenza del CCNL.

Marcello Pacifico (Anief) insiste: servono subito almeno 200 euro al mese, pari a 2 miliardi e mezzo l’anno. Una scelta saggia, senza iniziali oneri per lo Stato, come indicato nei giorni scorsi dal Consiglio nazionale dell’Anief, sarebbe quella di spostare negli stipendi tutti i risparmi di spesa già destinati dalla legge alla carriera dei docenti. Poi, ci dovrà pensare l’Esecutivo giallo-verde con la ratifica finale della prossima Legge di Stabilità.

“Considerato che la stagione contrattuale 2016-2018 non è ancora conclusa, la previsione di spesa sconta l’ipotesi che i CCNL per il triennio 2019-2021 verranno sottoscritti a decorrere dal 2020”: a rimandare all’anno prossimo qualsiasi discorso sugli aumenti contrattuale è il Documento di Economia e Finanza 2019, sottoscritto in questi giorni dal Governo Conte, che a pagina 31 conferma fino al millesimo quanto già previsto dalla Legge di Bilancio approvata a fine 2018.

Il riferimento all’ex Legge Finanziaria è contenuto nello stesso Def: “Il rinnovo contrattuale per il triennio 2019-2021 prevede, in base alle risorse stanziate dalla legge di Bilancio per il 2019, incrementi dell’1,3 per cento per il 2019, dell’1,65 per cento per il 2020 e dell’1,95 per cento complessivo a decorrere dal 2021”. Tuttavia, non si può parlare di veri aumenti, perché, si legge ancora nel Def 2019, “con riferimento al nuovo triennio contrattuale per l’anno 2019 è stata considerata la sola spesa per l’anticipazione contrattuale decorrente dal mese di aprile (corrispondente sostanzialmente all’indennità di vacanza contrattuale prevista dal precedente ordinamento) e per la corresponsione dell’elemento perequativo decorrente dal mese di gennaio 2019”.

Questo significa che ad un anno dall’insediamento del nuovo Governo, delle risorse utili per garantire un reale rinnovo dei contratti di oltre tre milioni di dipendenti pubblici non c’è ancora traccia. Lo stipendio del corrente mese di aprile, che verrà accredito a docenti e Ata il giorno 23, prevede qualche euro in più, in media cinque. Solo che “non si tratta di aumenti, ma dell’indennità di vacanza contrattuale”, che “sarà pagata fino alla stipula del nuovo contratto”, ricorda la rivista Orizzonte Scuola.

Il calcolo è effettuato differenziando l’aumento per gradone di stipendio. Questo comporta che nel cedolino ci sarà qualche euro in più: la quota cambierà, anche se non di molto, in base all’anzianità di servizio, ma anche in base al ruolo professionale ricoperto: ci sono differenze, infatti, se si è inquadrati come collaboratori scolastici oppure assistenti amministrativi, docenti di infanzia, primaria o secondaria. È poi tutto dire che “alcuni docenti e ATA non ‘vedono’ l’aumento perché controbilanciato dalle addizionali comunali e regionali, ancora presenti fino al mese di novembre”. E per il futuro? Le premesse non sono ottimali: “il tavolo per la stipula del nuovo contratto 2019/21 non si è ancora aperto e già si profilano numerose difficoltà all’orizzonte”, ha spiegato la rivista telematica.

“Purtroppo – spiega Marcello Pacifico, presidente Anief – rimaniamo fermi all’ultima Legge di Bilancio, che aveva previsto esattamente questi incrementi: da quest’anno dell’1,3%, a fronte dello 0,42% dal 1° aprile e dello 0,7 dal 1° luglio di indennità di vacanza contrattuale, aumentato della percentuale insignificante pari allo 0,35%. Più lo 0.30% per gli anni successivi. Quindi, il DEF ha confermato delle variazioni già disposte, ma, soprattutto, non ha finanziato nemmeno un po’ gli anni futuri, confermando i timori del sindacato che da tempo denuncia l’impalpabile aumento anche per il futuro anteriore”.

“In attesa che il Governo dia seguito alle promesse elettorali e agli auspici del ministro dell’Istruzione Marco Bussetti, che continua a parlare di aumento degli stipendi dei nostri docenti, ribadiamo la necessità immediata di collocare direttamente in busta paga tutti i risparmi di spesa già destinati dalla legge alla carriera degli insegnanti. Andando così a coprire i finanziamenti del prossimo triennio, valorizzando pure al massimo il ruolo professionale del corpo docente, ma anche predisponendo il passaggio di livello funzionale del personale amministrativo, tecnico e ausiliario”.

In attesa di essere convocato, in qualità di sindacato rappresentativo dalla ministra Bongiorno, continua dunque la battaglia legale dell’Anief per il conferimento dell’indennità di vacanza contrattuale nel periodo 2015-2018, in modo da recuperare almeno il 50% del tasso Ipca non aggiornato dal settembre 2015.


13 Aprile 2019

Categoria : Rubrica
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