NEFASTO APRILE 2009 – QUEL CHE (FORSE) ABBIAMO IMPARATO


SCARICO DI ENERGIA E PERIODICITA’ -

Dovremmo aver imparato, dal sisma del 2009, che il terremoto ci fu e ci sarà, come in tutte le zone sismiche dell’Italia e del mondo. Come dire: rassegniamoci. Nel decimo anno, la parola chiave è ricostruzione. Bene, occorre solo e sempre costruire e ricostruire bene. Nessuno sa dire se quello che si sta facendo è ben fatto o fatto male, o solo approssimativamente. Il libretto di fabbricato non c’è e tutto lascia supporre che non ci sarà.
Allora, cerchiamo di fare tesoro di quello che che sicuramente abbiamo imparato: prima di tutto a non credere alle falsità.

SCARICO DI ENERGIA – quando un fenomeno violento come un terremoto si manifesta, sicuramente comporta uno scarico di energia accumulata in decenni o secoli. Dieci anni fa non si parlava d’altro anche da fonti scientifiche. Ma in senso ambiguo, come si volesse far credere che ormai, in quell’aprile nefasto, il peggio era passato.
Sarebbe un saggio ragionamento se sapessimo “quanta” energia si è accumulata nel tempo. E quanta se n’è scaricata nell’evento, o quanta ne resta ancora. Ma così non è. Parlare di scarico è dunque un’illusione, o meglio la constatazione di una situazione che non conosciamo. Né possiamo conoscere in alcun modo, se non ricorrendo a inconsistenti supposizioni. In verità, oggi, la scienza dei terremoti non sa molto. Un domani, forse, le cose saranno diverse. A noi tocca questo momento, il momento in cui viviamo.

PERIODICITA’ – Nel nefasto aprile, molti parlavano di periodicità dei terremoti aquilani. Calcolavano tempi, sbandieravano numeri e date. Tutto basato su dati storici e statistici, che con i sismi ci azzaccano poco. Gli ottimisti sparavano tre secoli, come periodicità della faglia di Paganica. Più incerta la periodicità delle faglie a nord, quelle del terremoto del 1703.
Contando solo i grandi terremoti, più o meno ci siamo con i tre secoli. Ma occorre studiarsi la tabella dei sismi italkiani per sapere qualcosa in più. Cioè che i terremoti forti, con danni, vittime e distruzioni, sono molti di più di quelli normalmente noti. Diciamo pure vagamente noti. L’ultimo forte prima del 2009, infatti, risale al 1950. E il precedente ad alcuni decenni prima, non tenendo conto del sisma peligno del 1706.
La periodicità, ammesso che la si voglia considerare, sarebbe quindi di 60-70 anni e non trecento.
Dunque^ La periodicità è un labile dato statistico, che conferma solo una cosa: le zone sismiche lo sono sempre e da sempre.

QUINDI? – Non resta che costruire bene. Come si fa da tempo nel mondo, dove i terremoti frequentissimi fino a 6 Richter e anche di più non provocano che danni limitati e poche o nessuna vittima.


27 Marzo 2019

Categoria : Attualità
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