Lettere – Dehors?
L’Aquila – Scrive Franco Taccia: “… e` (dovrebbe essere) una realizzazione mobile realizzata in modo funzionale ed armonico sul suolo pubblico. Funzionale ed armonico a che? Ecco, con tutto il rispetto per la nutrita schiera di quanti hanno o avrebbero dovuto esprimere un parere, che a mio modestissimo avviso non poteva che essere negativo, su quanto realizzato in Piazza Duomo, non serve essere Le Corbusier o Calatrava per dire che funzionale probabilmente lo e` ma quanto all’armonia, in quel preciso punto forse non sta proprio a “pennello”. Infine una considerazione su una delle dichiarazioni del sig. Biondi, sindaco. Proprio in occasione della “presentazione” della commissione che sovrintende a cio` che viene fatto in materia di spazi pubblici ed arredo urbano, avrebbe affermato, se non erro, che “L’Aquila debba tornare ad essere bella ed accogliente”. I punti sono proprio questi e cioe` bellezza e “capacita` di accogliere”. Bella, LAquila, lo e` sempre stata, malgrado le ferite del terremoto. Quanto all’essere accogliente noto come in qualche maniera in tanti sottintendano sempre “per chi viene da fuori”. Grave errore, perche` una citta`, un luogo (nel caso nostro un insieme di luoghi) che per secoli hanno vissuto in perfetta armonia con chi li “viveva” deve essere bello e vivibile soprattutto per chi ci passa la vita. In questo modo lo sara`anche per il forestiero o turista che dir si voglia, che si innamora di un luogo perche` e` pulito, con le fontanelle per bere e con i passaggi pedonali sicuri, ben illuminati e la vernice visibile e non sbiadita, Senza ricorrerre ad effetti speciali. E vivibile, in tutti i sensi, come avrebbe dovuto essere per chi ci ha perso la vita il 6 aprile, ogni giorno e non solo in occasioni “particolari”, anche nei posti meno…. affollati…
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