INFAUSTO APRILE 2009 – LA NATURA “PARLAVA” DA MESI, INASCOLTATA


SCOSSE DALLA FINE DEL 2008, BOATI SOTTERRANEI, FANGHI DAL SOTTOSUOLO, LAMPI SISMICI -

Nessuno che abbia vissuto il sisma aquilano perderà i ricordi, che si riaffacciano ogi notte. I ricordi della paura profonda, ancestrale come niente altro, di quei giorni finali dell’altra vita. Nella decima primavera, è utile ricordare quel che molti, troppi, vorrebbero asportare dalla mente. Parlare di come la natura parlasse, inviasse messaggi criptici, avvisaglie di cui la scienza non seppe o non volle, per ordine della politica, tenere conto. Ma soprattutto, non seppe o non volle tenere informata la popolazione. Dandole un’informazione non allarmistica, ma neppure rassicurante.
Sarebbe bastato, forse, dire: “State in guardia, preparatevi, potrebbe esserci un terremoto pericoloso”.

DICERVA LA NATURA – Almeno tre cose: scosse sempre più frequenti e forti, cupi e ripetuti boati tra Paganica, Onna, San Demetrio , lampi sismici nell’imminenza della scossa distruttiva e delle forti che la precedettero.
Trascuriamo fenomeni secondari come l’emersione nelle campagne di fanghi caldi, la risalita dell’acqua nei pozzi, odori descritti come sulfurei.

LAMPI SISMICI – Sono un fenomeno noto, riconosciuto, al quale sono dedicati libri e immagini. A L’Aquila se ne verificarono poche ore prima delle 3 e 32, vistosi e percepiti da migliaia di persone. In precedenza – ma con minore affidabilità delle fonti -ce ne sarebbero stati a ridosso delle scosse maggiori degli ultimi giorni.
Le luci sismiche, comunque, esistono, sono documentate in tutto il mondo, e coincidono con i terremoti. Incerta la loro origine, forse piezoelettricità ipogea. I lampi sismici della notte tra il 5 e il 5 aprile furono totalmente ignorati.

I BOATI – Per mesi, dall’inizio delle scosse nel dicembre del 2008, ci furono boati e brontolii agghiaccianti dal sottosuolo nelle aree tra Onna, Paganica, Monticchio e San Demetrio. La potente faglia – generatrice del sisma del nefasto aprile – rea Paganica e Onna, forse brontolava, si tendeva, si contraeva, si inarcava di pressata da forze geologiche che stavano per esplodere. Nel farlo, è un’ipotesi, produceva cupi e profondi boati, che potevano essere anche enigmatici presagi.
I terremoti producono sempre boati possenti, ben noti, in coincidenza con le scosse. La terra che vibra fa vibrare l’atmosfera.
Ma prima, sotto terra si producono frane, cedimenti, crolli . E quindi rumori ipogei.
Nessuno se ne preoccupò né alla gente fu mai detto qualcosa che somigliasse ad una spiegazione scientifica.
La natura parlava, ma al vento, oppure a chi non sapeva o non voleva ascoltare.

FORZA E FREQUENZA – Resta irrisolto ancora oggi il quesito: i terremoti sono preceduti sempre da sciami premonitori? La risposta è: non sempre gli sciami ci dicono che sta per arrivare un forte sisma. Scientificamente corretto dieci anni fa come oggi.
A L’Aquila, però, le scosse dal dicembre 2008 al marzo 2009 si ripetevano e poi divennero sempre più forti e frequenti. Quindi furono premonitrici. Quindi è possibile, anche se non certo, le molte scosse sempre più frequenti portino ad una catastrofe. Che non avvenga sempre è un discorso, ma che possa avvenire è pure un discorso logico e rigoroso. Non si disse nulla del genere, non si fece nulla, e lo sciame portò alla fine dell’altra vita.

SCOSSE CHE TERRORIZZAVANO – La gente che vive in zone sismiche conosce il terremoto e ne ha paura. Le scosse del 2009 avevano qualcosa di terrorizzante. La terra soffriva sotto i piedi, sotto le sedie e i letti. Le scosse salivano dal profondo del suolo quasi in verticale. Erano sussulti cupi e brutali, sobbalzi del terreno. Di notte nel silenzio avvertivi le scosse una appresso all’altra, tra minacciosi lontani boati che parevano venire da Monteluco. Un ribollire ininterrotto nel silenzio e nel buio. Paura pura, ansia in attesa del giorno, sperato come panacea dell’incubo.
Il 6 aprile 2009, dopo una notte di scosse, le fine: evento tellurico magnitudine locale 5,8 , magnitudine momento 6,3, ipocentro a circa 10 km, epicentro Monteluco, area sismogenetica la faglia Paganica-Onna.
Poco studiata e conosciuti dalla scienza, confessò un sismologo abituato alla verità.
La scienza non sapeva che quella faglia aveva già distrutto a metà del 1400 L’Aquila e dintorni.


24 Marzo 2019

Categoria : Attualità
del.icio.us    Facebook    Google Bookmark    Linkedin    Segnalo    Sphinn    Technorati    Wikio    Twitter    MySpace    Live    Stampa Articolo    Invia Articolo   




Non c'è ancora nessun commento.

Lascia un commento

Utente

Articoli Correlati

    Nessun articolo correlato.