I giorni del Film Festival
L’Aquila – Secondo appuntamento per la rassegna “ Prima gli Italiani” del L’Aquila Film Festival con il film “Lovers” al quale seguiranno nei giorni 13 e 14 marzo le proiezioni-incontro con Bonifacio Angius (Ovunque proteggimi) e Dario Albertini (Manuel).
Ospite della serata Matteo Vicino, regista di “Lovrs”. Le sue parole: “sono stato a L’aquila 5 anni fa e la situazione era davvero brutta. Oggi non mi aspettavo di trovare una città che sta rinascendo. E’ davvero commovente, incredibile vedere una città viva, le persone che camminano per il corso, i negozi…” e dopo questo pensiero, che ci ha fatto molto piacere, il regista risponde alla prima domanda dell’intervista.
Percorso abbastanza atipico il tuo. Icaro a teatro, Icaro Report, Young Europe, Rai Educational, prodotti di impegno sociale, poi musicista, fotografo; Outing fidanzati per caso…ci racconti quale è stato il tuo percorso?
Ho sempre avuto una natura artistica e sempre cercato di declinarla sul sociale, non ho mai pensato al grande pubblico. Il mio primo film era fatto sugli incidenti stradali perchéancora oggi sono la prima causa di morte per i giovani. E quindi 5 anni fa, , insieme alla Polizia di Stato sentivamo di fare qualcosa e proprio qui a L’Aquila, anche per dare un segno di rinascita, presentai il mio primo film Young Europe che oggi considero ancora il migliore tra i miei lavori. Poi l’esperienza di cinema mainstream in cui mi sono confrontato con le dure leggi del cinema italiano che richiedeva di fare una commediaccia. Sono riuscito in parte a fare un film come volevo io ma, per me, l’esperienza cinematografica dopo Outing era chiusa. Invece ho incontrato il produttore Stefano Pucci che mi ha invitato a fare qualcosa con lui. E’ intervenuta la Regione Emilia- Romagna e siamo arrivati a Lovers, il mio film che ha ottenuto più riconoscimenti.
Hai accennato alla produzione… i tuoi ruoli come regista, sceneggiatore, montatore. Ti sei occupato, in parte anche delle musiche. Quanto è complicato girare un film?
E’ una domanda un po’ difficile perché girare un film è abbastanza impegnativo. Il cinema coinvolge tutte le arti e tutte devono collimare ed è un massacro, per me lo è stato. Anche scrivere un film è complicato. Io ho impiegato tre anni per scrivere Lovers. Distribuirlo è stato ancora più difficile quasi a confermare la mancanza di sensibilità dei distributori nostrani rispetto a tematiche controverse e prodotti non commerciali. Non è un bel momento per il Cinema e si arriva nelle sale con grande fatica. L’Italia non è un paese facile, non importa quanto il film abbia vinto e il suo valore. Grazie alla rete di Festival indipendenti come il vostro siamo riusciti a portare Lovers al cinema. Un ringraziamento va al L’Aquila Film Festival perché fa un’opera veramente coraggiosa, quella di portare il Cinema indipendente al cinema. Ci siamo scontrati in Europa con i giganti e abbiamo avuto successo in diversi festival internazionali (Lisbona, Londra, Fort Lauderdale). Questo dimostra che gli italiani il Cinema lo sanno fare.
Lovers è un film stratificato, parla di molto. Amore, cultura, come dire ragione e sentimento…
L’amore è una metafora della cultura, o almeno in Lovers lo è. L’unico modo per liberarsi dall’ignoranza è la cultura. L’Italia sta raggiungendo un baratro culturale senza pari. Volevo usare la metafora dell’amore per parlare di ignoranza diffusa. Un paese senza cultura, è un paese finito: non a caso all’inizio del film c’è una libreria e c’è una libreria alla fine del film. Il sapere, la conoscenza ti rende libero.
I tuoi riferimenti cinematografici, da dove hai attinto, chi ti ha ispirato?
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