8 MARZO: CGIL E SPI IN ABRUZZO E MOLISE
Pescara – Da Pescara a Chieti, da L’Aquila a Teramo e fino a Campobasso, nell’ambito di un interessante percorso unitario delle donne di Cgil Cisl Uil, sono numerose le iniziative organizzate dalla Cgil e dallo Spi-Cgil Abruzzo Molise per la Festa internazionale della Donna, che si celebra domani, 8 marzo. Eventi finalizzati non solo a celebrare la ricorrenza, ma anche e soprattutto a ricordare le conquiste sociali, politiche ed economiche delle donne e le violenze e le discriminazioni subite nel corso degli anni, con l’obiettivo più ampio di costruire una società più equa ed un futuro migliore.
“Riteniamo di particolare rilevanza che la Cgil di Chieti abbia scelto l’8 marzo come prima data del calendario delle iniziative dedicate al Centenario della medesima Camera del Lavoro – sottolinea Rita Innocenzi, della segreteria regionale del sindacato – A ciò si aggiunge quanto organizzato a Pescara con la riflessione pubblica dal titolo ‘Ragazze Ribelli’. Inoltre, è con enorme soddisfazione che annunciamo che della Giuria dell’istituendo Premio ideato dalla Cgil di Teramo, dedicato alle tesi di laurea che si cimenteranno sulla condizione delle donne nel lavoro e nella società , farà parte Susanna Camusso. Quanto si sta realizzando dà la misura di una rinnovata attenzione in materia di diritti delle donne.”
Del resto, nel recente Congresso nazionale della Cgil si è sancita una nuova stagione anche in tema di politiche di genere. Non più un capitolo specifico confinato nei documenti congressuali e ciò partendo dal presupposto che la materia dovesse essere di respiro trasversale; un lavoro che aveva visto, nei mesi precedenti, impegnate tutte le strutture e che è confluito in una vera e propria piattaforma dal titolo “Tutte Insieme – Vogliamo tutto”: si tratta di analisi e proposte sul tema del divario di genere e la lotta ai femminicidi e alla violenza sulle donne.
La Cgil Abruzzo rammenta che la condizione occupazionale delle donne in Italia si presenta molto problematica: a fronte del lieve aumento dal 2007 al 2017 del numero delle occupate, anche per le donne si conferma il dato di una crescita a bassa intensità lavorativa che vede in generale più occupati, ma più precari, con meno ore, più discontinui. La qualità dei posti generati è peggiorata e, nella crisi, è cresciuto il divario territoriale.
Inoltre, una platea di donne italiane che va oltre il 60% risulta meno retribuita. Nonostante una ampia copertura contrattuale che sulla paga base parifica le condizioni di uomini e donne, la penalizzazione sul salario reale e sui contributi delle donne è invece molto ampia. Le donne hanno carriere più frammentate e discontinue, spesso si vedono costrette per ragioni di cura (nascita dei figli o assistenza di anziani) a lasciare il lavoro, subiscono marcate differenze fra salario base e salario reale.
Il tema è quindi la quantità , ma in particolare la qualità dell’occupazione femminile, la penalizzazione salariale e di carriera in un quadro che nel Paese si caratterizza per il divario territoriale tra Nord e Mezzogiorno, tra grandi aree metropolitane e la marginalità delle periferie e delle aree interne.
“Come abbiamo più volte sostenuto – afferma Innocenzi – la risposta alla condizione delle donne, alla solitudine e alla frammentazione del lavoro e di chi lavora, non può che essere trovata nell’azione contrattuale. Ciò significa per noi, per il sindacato, cambiare, rivoluzionare le pratiche contrattuali ed assumere la contrattazione inclusiva come strumento ordinario della attività sindacale, una contrattazione innovativa che sappia cogliere le nuove sfide del mondo del lavoro e dei suoi cambiamenti”.
“Per noi donne del sindacato – dice Loredana Piselli, segretaria dello Spi-Cgil Abruzzo Molise – questa è una giornata dedicata ad una riflessione attenta sulla questione di genere e sui tanti diritti ancora negati alle donne. Noi donne del sindacato Spi Cgil siamo state protagoniste, nel passato, di lotte per l’emancipazione femminile, le conquiste ottenute ci appartengono dal punto di vista storico. Le abbiamo ottenute per noi, allora, e per le generazioni che sarebbero seguite. Ma non esistono tutele che possono garantirci da ritorni al passato: l’attacco alle donne passa anche attraverso campagne fondamentaliste e mozioni comunali che vorrebbero criminalizzare la legge 194 o come il decreto Pillon o, come ipotizza la Lega, una revisione della legge Merlin. Viviamo in un Paese dove la popolazione anziana cresce in maniera esponenziale , e le donne anziane superano gli uomini, ma le pensioni delle donne sono nettamente inferiori. La politica, fino ad ora, è stata incapace di dare risposte concrete al tema del genere, ma per noi sindacaliste la difesa e la promozione di nuovi diritti sono impegni primari della nostra azione”.
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