La città dei ponti morti o mai nati
L’Aquila – L’ex assessore alla ricostruzione Piero Di Stefano riapre con un intervento intelligente e sensato il dibattito sul viadotto detto di Belvedere. Chiuso da dieci anni, sepolto nel silenzio delle inerzie aquilane. Per Di Stefano, una città si caratterizza e si evolse nel tempo “anche” attraverso i suoi ponti o le sue torri. E’ il caso di altre città , a cominciare a Pescara.
Se c’è ancora qualcuno vivo intellettualmente, a L’Aquila, se ne può parlare fornendo contributi di idee e spunti. Ma L’Aquila, a quanto pare, è più la città dei ponti morti.
Il viadotto Belvedere è pericolante, ed è chiuso al traffico. Quindi ritenuto pericoloso, soprattutto per chi vi abita sotto. Qualunque altra città lo avrebbe o demolito e ricostruito, o riportato alla sicurezza se possibile. Una decisione sarebbe stata comunque presa. Qui niente, tutto tace da mesi e mesi, il picco del dibattito in Comune riguarda beghe e assessori licenziati, niente di più. Il viadotto è di fatrto morto e pencolante sulla testa della gente.
L’altro ponte morto, meglio dire mai nato se non negli sproloqui cialtroneschi della politica, era quello sulla via Mausonia. Un progetto utile, funzionale, e un ponte bellissimo. Troppo intelligente perché potesse superare le vanterie e le spavalderie presuntuose dei big del PD allora dominante. Infatti non le superò, regredì a chiacchiera e si spense come un moccolo di candela esaurita. Ponte mai nato.
Questo è lo stato delle cose. Intanto il decimo anniversario della fine dell’altra vita vi avvicina.
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