“Di Paolo ignora ciò che si muove su acqua”
Chieti – Isidoro Malandra scrive: “Da qualche giorno si ripetono sistematicamente gli interventi pubblici dell’Assessore regionale Di Paolo tesi a demolire la gestione del servizio idrico così come finora si è configurata in Abruzzo. Formalmente in mano ai Comuni, la gestione dell’acqua si trova in realtà nelle mani del partito dell’acqua, costituito in prevalenza da personaggi provenienti dal centrosinistra e da sindaci ad essi legati da interessi clientelari. Di Paolo propone di realizzare un unico ente d’ambito regionale ed affidare il servizio ad un’unica società di gestione. In tal modo il potere sull’acqua verrebbe trasferito alle segreterie regionali dei partiti del centro destra e gestito in concreto da qualche direttore regionale buono per tutte le stagioni. Evidentemente questa operazione di puro potere necessita di un consenso di cui l’Assessore Di Paolo attualmente non dispone. Per questo motivo è costretto a mettere in campo un’azione di stampo lobbistico nella speranza di costringere i vari D’Ambrosio e Di Matteo sparsi sul territorio regionale a scendere a patti. L’Assessore Di Paolo ignora però che la sua ipotesi di Ato unico è ormai irrealizzabile. La maggioranza di centrodestra alla Camera dei Deputati ha, appena ieri, approvato un emendamento alla Finanziaria 2010 che impone la soppressione degli Ambiti Territoriali Ottimali per la gestione del servizio idrico. Entro un anno le Regioni dovranno attribuire con legge le funzioni già esercitate dagli ATO “nel rispetto dei principi di sussidiarietà, differenziazione e adeguatezza”. Cosa accadrà in concreto nei prossimi mesi è difficile dire. Gli interventi legislativi si rincorrono confusamente: da una parte provvedimenti di razionalizzazione della spesa pubblica, come nel caso della soppressione degli ATO, dall’altra incentivi al processo di privatizzazione attraverso l’obbligo della gara quale forma ordinaria di affidamento della gestione del servizio idrico. La questione diventa sempre più rilevante sul piano regionale e ciò impone al movimento abruzzese per l’acqua pubblica un salto di qualità negli obiettivi e nelle forme di lotta. Utilissima la mobilitazione sul piano nazionale, con la manifestazione che si terrà a Roma il 20 Marzo e la proposizione dei referendum abrogativi contro le norme privatizzatrici, ma la mobilitazione a livello locale diventa ora altrettanto importante. Vanno intensificate la critica e la denuncia contro i potentati locali che stanno facendo della gestione “pubblica” lo strumento dei propri interessi economici e clientelari. Occorre nello stesso tempo che il movimento formuli una proposta di legge regionale complessiva che agisca sulle contraddizioni apertesi in consiglio regionale dopo l’approvazione dell’emendamento che riconosce l’acqua come bene comune ed il servizio idrico quale privo di rilevanza economica e affronti la questione delle modalità di gestione del servizio idrico. Naturalmente indicando un percorso di ripubblicizzazione, di democratizzazione dei processi decisionali e di partecipazione e controllo diffusi.
L’Associazione oltreAbruzzi propone la convocazione di una assemblea regionale dei cittadini e delle associazioni che difendono l’acqua pubblica centrata sull’analisi dei temi appena abbozzati e sulla programmazione di immediate azioni di lotta su tutto il territorio regionale”.
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