Una politica per la montagna abruzzese
Caramanico Terme – “La finanziaria 2010 segna la fine dei finanziamenti statali alle Comunità montane. Un segnale che da una parte traduce la fine di una politica nazionale per la montagna italiana, ma che dall’altra ritaglia per le Regioni spazi di manovra più ampi nell’articolazione delle azioni a sostegno dello sviluppo del territorio. Un territorio che, come quello abruzzese, ha opportunità importanti di intervento nell’economia nazionale, che nascono dall’impiego delle energie rinnovabili e delle filiere a queste connesse : dal legno all’idroelettrico all’eolico.
Le battaglie che abbiamo condotto fino ad oggi in difesa del diritto del territorio montano al rispetto da parte delle istituzioni e, recentemente, per richiamare l’attenzione sulla delicatissima situazione connessa ai dipendenti delle Comunità montane, sono state fortemente sostenute dal sindacato e dalla Cgil in particolare. Questo convegno rappresenta la piattaforma su cui Uncem, Regione Abruzzo e Cgil possano delineare nuovi scenari per un ruolo di maggiore protagonismo delle comunità locali a sostegno dell’imprenditorialità montana: ripartiamo da Caramanico per una nuova stagione di sviluppo e di autonomia del territorio abruzzese”. Lo ha detto il Presidente dell’Uncem nazionale Enrico Borghi annunciando i temi della sua relazione al convegno “Quale politica per la montagna abruzzese”, apertosi oggi al convento delle clarisse di Caramancio Terme.
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