Mica bella la storia della caserma VF


La gente non dorme in piedi. Difficile far credere che la soluzione del problema sede VF a L’Aquila venga strombazzata casualmente alla vigilia del voto. Più logico supporre che Salvini l’abbia risolta (se vogliamo darla per risolta davvero) cogliendo al volo l’inettitudine della politica aquilana.
Una storia di cui, per la verità, lui non ha colpe.
Ha saputo cogliere l’occasione e sfoderare attributi di cui gli altri risultano privi. La caserma Rossi era lì da sempre, vuota ormai da tempo. Costruire una nuova caserma faceva gola, e così tutto restava beatamente fermo. Da dieci anni.
Questa è la ricostruzione aquilana. E potremmo fare molti altri esempi. Ormai però tutti sono stomacati e sono cose arcinote.
Comunque, e Salvini a parte, una vicenda che sconforta, ha dei colpevoli, che restano occulti. Tutto qui. Si dice che il peggio non è mai venuto. Nei dieci anni dal sisma, e prossimi alla retorica del decennale, di questo peggio ne abbiamo già sorbito molto.

PENSIERINI – 1) -Guardiamo il cielo stellato , cerchiamo qualche nebulosa o costellazione. Ricordiamoci che quella è la bellezza. Quel cielo muto e remoto. Scuro e sterminato.
2) – Cogito, ergo sum. Penso, quindi esisto. E se penso solo cazzate ?



08 Febbraio 2019

Gianfranco Colacito  -  Direttore InAbruzzo.com - giancolacito@yahoo.it

Categoria : Editoriale
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