Comuni – Qui Atessa
IL SINDACO BORRELLI SULL’OSPEDALE -
Atessa – Dichiarazione del sindaco di Atessa, Giulio IL SINDACO SULL’OSPEDALE – Borrelli, dopo la lettera inviata dal presidente vicario della Regione sull’ospedale San Camillo de Lellis: “Prendiamo atto delle vostre dichiarazioni; noi non smobilitiamo”
“Prendo atto della lettera inviatami dal presidente vicario della Regione, Giovanni Lolli. Ci saremmo aspettati – spiega il sindaco di Atessa, Giulio Borrelli – di non dover passare attraverso altre tappe nel faticoso percorso, all’interno della legislazione vigente, per il riconoscimento pieno e effettivo di Atessa come presidio ospedaliero di area disagiata. Non temiamo, tuttavia, questo ulteriore passaggio. La documentazione presentata a Pescara e a Roma, che certifica i nostri diritti, è -come viene riconosciuto- inoppugnabile.
Abbiamo portato avanti la richiesta, approvata all’unanimità, dal consiglio comunale del 6 novembre 2017, con la partecipazione e il sostegno di tutti i sindaci del territorio. I risultati raggiunti finora, e confermati dalla Regione, sono il frutto dello sforzo di tanti: amministratori, comitato cittadino, operatori sanitari. Abbiamo lavorato affinché gli impegni fossero rispettati e, come Amministrazione comunale, non ci siamo mai attribuiti meriti particolari. Abbiamo sempre detto -sottolinea Borrelli- che NON SMOBILITIAMO. Abbiamo promesso e promettiamo che continueremo a vigilare e a batterci, insieme con tutti coloro che condividono questa battaglia e a prescindere dai colori politici, per il rispetto dei diritti delle nostre comunità e per una rapida e effettiva esecuzione delle delibere aziendali. Lo faremo qualunque saranno le circostanze future e chiunque guiderà domani la Regione Abruzzo. Non ci interessano le speculazioni di parte e le propagande elettorali.
Ribadiamo anche la necessità -conclude il sindaco- di superare i limiti della legislazione in materia ospedaliera. Le norme attuali hanno penalizzato non solo Atessa, ma anche altri Comuni della nostra regione, che sono punto di riferimento di importanti aree interne. I piccoli presidi ospedalieri (quelli, per intenderci, che non hanno 20 mila accessi all’anno al pronto soccorso) possono contribuire a alleggerire le liste di attesa e a soddisfare le esigenze di tanti cittadini penalizzati da scelte sbagliate che vanno corrette, innanzitutto, dal Parlamento nazionale”.
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