Lettere – I(l) parcheggi(o) “catacomba”; ma a che pro ?
L’Aquila – Scrive Franco Taccia: “Una citta` devitalizzata peggio di un dente cariato, con tutte le scuole sbarricate il piu` lontano possibile, gli uffici, i negozi (le botteghe), le banche, le “POSTE”, il mercato sradicati dal centro. La vita confusa con la movida, nessuna idea su come ricucire il tessuto sociale che non sia legata a sagre, sfilate e adunate per il semplicissimo motivo che con pervicacia si e` escluso, dall’inizio, l’apporto illuminato di esperti di urbanistica, antropologia, etnologia, di chi in poche parole capisse su cosa si stesse operando tenendo al centro dell’attenzione il binomio citta`/persona.
Di contro una sfrenata corsa allo spargimento di cemento ovunque, molto piu` di prima (tranne dove era prioritario- (leggi caserma Vigili del Fuoco). E ora la corsa ai parcheggi, ma che siano interrati, e sui quali in un contesto come quello di una citta` strutturata come L’Aquila si dovrebbe studiare con attenzione certosina e da parte di super esperti. Invece, tanto per gradire, via Fortebraccio pare destinata a diventare una sorta di rampa d’accesso ad un’area coperta di sosta , non si sa bene poi di quale utilita` “per tutta la citta`” Una delle tante che al comune aquilano, dove dopo mesi e mesi non si e` riusciti a risolvere problemi ben piu` abbordabili, si ritengono indispensabili.
Come lo era la tramvia che doveva passare da via Roma….
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