Sognava solo donne e schiaffoni


Un vecchio amico di tanti anni fa, terziario francescano, complimentoso e compagnone, aveva solo due sogni, e ne parlava in confidenza dopo le abituali e ridanciane cene in trattoria.
Uno dei sogni era, diciamo, banale: le donne. Realizzato sporadicamente quando incontravamo signore e signorine di facili costumi. L’altro rimasto insoddisfatto. Lui avrebbe voluto schiaffeggiare le persone. Non quelle comuni, ma quelle importanti: politici, autorità, direttori, presidenti e – in cuor suo – anche qualche tonaca. Insomma, sani schiaffoni con finalità benefica, di redenzione di chi comandava e sbagliava. A suo giudizio. Quasi tutti.
Era un uomo mite, piccolino, di stoffa gentile, quindi anche potendo, non avrebbe schiaffeggiato nessuno. Lo animava tuttavia uno strano spirito ribelle. dentro un corpo modesto, e se ne andò senza mai neppure aver scacciato una mosca. Lui che chiamava signorina una escort e le dava dei lei prima e dopo il fugace ma agognato contatto.
Un caro, indimenticabile amico.
Oggi gli schiaffi si danno al sindaco, e non è una bella cosa. I politici si puniscono non votandoli, e caso mai a viso aperto. Assumendosi la responsabilità senza bisogno della gendarmeria. O tempora, o mores…

PENSIERINO – L’Abruzzo è diventato territorio di continue scorrerie da parte di politici che contano. Persino due alla volta, come Salvini e Di Maio. Siamo forti e gentili, ma c’è un limite. Almeno, vengano uno per volta e uno distanziato dal precedente. Altrimenti al 10 febbraio non ci arriviamo.



06 Gennaio 2019

Gianfranco Colacito  -  Direttore InAbruzzo.com - giancolacito@yahoo.it

Categoria : Editoriale
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