MAXI EMENDAMENTO NON E’ CAMBIAMENTO, MOBILITAZIONE CONTINUA


In discussione alle Camere il Maxiemendamento presentato dall’esecutivo. Come Studenti e Ricercatori Determinati – dice una nota – abbiamo espresso la nostra contrarietà al testo ed in particolare al congelamento delle assunzioni nelle università e al taglio pesante sul diritto allo studio. Sarà l’ennesimo colpo ad un settore su cui neanche questo governo dimostrerà alcun “cambiamento”.

Trenta milioni di euro in meno per il diritto allo studio e complessivamente cento milioni in meno per l’università.

La situazione in Italia per quanto riguarda la ricerca e la didattica negli atenei così come il diritto allo studio non è delle migliori da anni: sono ancora migliaia infatti gli studenti idonei non beneficiari di borsa di studio, ancora di più quelli che non possono accedere agli alloggi universitari, e l’erogazione delle borse è costantemente in ritardo rispetto alle reali esigenze degli studenti.

Il rischio che le regioni non anticipino i 30 milioni mancanti per coprire tutte le borse di studio, venendo meno la certezza che tali soldi arrivino dallo stato, metterebbe realmente e seriamente in difficoltà migliaia di studenti, molti dei quali senza il sostegno della borsa non riuscirebbero a proseguire il proprio percorso di studio.

Dopo la trattativa con Bruxelles scopriamo anche che alla lettera h del maxiemendamento è previsto un congelamento delle assunzioni nelle università che è destinato a durare quasi un anno intero. Un precedente gravissimo che mette a serio rischio la programmazione in tutto il comparto universitario, già vessato da enormi tagli al personale sin dai tempi della Riforma Gelmini.

Parliamo di un settore dove già oggi il 58% del personale che regge le attività di didattica e di ricerca è precario e di cui solo il 6% è destinato a lavorare all’Università con un contratto stabile. L’unico intervento previsto in questo senso nella Legge di stabilità è il piano straordinario di 1000 ricercatori che, seppur necessario, reitera l’abitudine di provvedimenti incapaci anche solo di sopperire alla gran mole di pensionamenti annuali.

Manca quello che chiediamo con la campagna Ricercatori Determinati: una programmazione del reclutamento ordinata e stabile non inferiore al numero dei pensionamenti previsti, stabilizzazioni per i precari storici e una coraggiosa riforma che istituisca un pre-ruolo unico in grado di ridurre drasticamente la durata complessiva dei contratti post-doc previsti dalla legge 240/10 (oggi 12), arrivando almeno a dimezzarla. È per questo che continueremo a mobilitarci. Siamo determinati a riprenderci l’Università e il nostro futuro.


22 Dicembre 2018

Categoria : Cronaca
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