Rigopiano: depositate opposizioni a richiesta archiviazione
Pescara – Sono state depositate le prime opposizioni alla richiesta di archiviazione della Procura di Pescara presentata per alcuni indagati nell’ambito dell’inchiesta sulla tragedia dell’Hotel Rigopiano di Farindola (Pescara), travolto il 18 gennaio 2017 da una valanga che provoco’ 29 morti. Le opposizioni sono state presentate dall’avvocato della famiglia Parete, sopravvissuta alla tragedia, e dai legali dei familiari di 3 delle 29 vittime, ossia Gabriele D’Angelo, Emanuele Bonifazi e Roberto Del Rosso. In particolare, i legali focalizzano l’attenzione “sulla omessa valutazione e gestione delle richieste di aiuto ante valanga; sulla mancata richiesta di elicotteri militari” e sulla “tardiva organizzazione ed erronea gestione delle operazioni di soccorso”. Secondo l’avvocato Daniela De Sanctis, che assiste la famiglia Parete, “un’evacuazione preventiva – si legge nell’opposizione all’archiviazione – avrebbe cambiato gli esiti degli eventi, salvando vite umane. Nel presente procedimento – rileva il legale – non viene contestata la pessima gestione dell’emergenza neve in funzione del forte terremoto di quel giorno, che, come dimostrato, cambia totalmente i criteri di valutazione delle priorita’ di intervento per una struttura isolata come l’hotel Rigopiano”. L’avvocato poi si sofferma anche sulla questione della convocazione da parte della Regione del Core (Comitato operativo per le Emergenze), avvenuto “solo il pomeriggio del 18 gennaio 2017″. “Logica e buon senso – scrive l’avvocato De Sanctis – avrebbero voluto una convocazione contestuale alla Dgr approvata il 12 gennaio, al massimo il 15 gennaio quando e’ stata diramata la terza allerta meteo. La situazione era gia’ molto critica, ma non cosi’ drammatica come si e’ poi rivelata tra il 17 e il 19 gennaio 2017. Una riunione anticipata del Core avrebbe consentito di fare il punto, di contare i mezzi funzionanti a disposizione, valutarne la sufficienza e di chiederne altri attraverso la Dicomac di Rieti con poteri speciali, sfruttando cosi’ la presenza dello Stato sul territorio per il terremoto ancora in corso nelle regioni del centro Italia. Tutto questo non e’ avvenuto e, pertanto, la condotta sopra descritta va penalmente censurata”.
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