Italia Nostra su sede MAXXI
L’Aquila – Scrive Italia Nostra: “La questione della sede distaccata all’Aquila del Museo delle Arti del XXI secolo (MAXXI) di Roma: nuova linfa per la rinascita culturale e sociale della città
Che il Prof. Alessandro Monti nell’articolo E’ proprio necessario lo” sbarco” del Maxxi a L’Aquila? Una soluzione alternativa , pubblicato il 27 novembre su “Emergenza Cultura.org” ce l’abbia con la discutibile gestione della Fondazione MAXXI non stupisce, e non è certo il solo, quello che stupisce è la sua presa di posizione contro l’apertura di una sede distaccata all’Aquila a Palazzo Ardinghelli.
Pur adducendo motivazioni in parte condivisibili e in parte decisamente campate in aria se non palesemente false – popolazione passata da 70.000 abitanti a 10.000 (sic!)-, la sua appare una presa di posizione aprioristica e quasi campanilistica a favore di Roma, come se la capitale avesse bisogno di rafforzare i suoi innumerevoli poli museali. Del resto l’ipotesi di affidamento di Palazzo Ardinghelli al MuNDA (Museo Nazionale d’Abruzzo) e alle Associazioni culturali aquilane da lui suggerita come alternativa, non ci sembra in contrasto con un coinvolgimento comunque di questi soggetti nella gestione del MAXXI. Il prof. Monti sembra ricondurre tutto a una mera convenienza economica, cosa ripetutamente contrastata anche da Tomaso Montanari da sempre contrario, giustamente, alla mercificazione della cultura.
La destinazione dell’appena restaurato Palazzo Ardinghelli in P.za S. Maria Paganica all’Aquila quale sede decentrata del MAXXI di Roma può invece evitare il rischio che l’edificio ricada nell’abbandono e nel degrado che si erano avuti nel ventennio precedente, a seguito della chiusura quale sede della Pretura e dell’Ufficio di Conciliazione.
L’edificio, al termine di una lunga vertenza giudiziaria tra i due proprietari, era stato acquistato qualche tempo prima del sisma del 2009 dal Ministero dei Beni Culturali per essere destinato a sede della Direzione regionale e/o della Soprintendenza ai Beni Architettonici e Pesaggistici.
Oggi, dopo il restauro con il contributo finanziario della Federazione Russa il bell’edificio barocco, il cui pregio è anche quello di essere centralissimo e dotato di ampi saloni, dev’essere con urgenza gestito e posto a servizio della rinascita delle funzioni socio-culturali del centro storico.
Attualmente infatti non vi sono adeguati luoghi espositivi in una città che pure ha avuto una lunga tradizione riguardo le arti figurative: dalle Sindacali interprovinciali fasciste degli anni Trenta alle Biennali regionali di Arti figurative dell’Abruzzo e del Molise, sino alle Rassegne internazionali delle “Alternative Attuali” degli anni Sessanta.
In una città sede di un’Accademia di Belle Arti e di varie istituzioni di alta formazione che attraggono in città notevoli masse di giovani studenti, dall’Università al Conservatorio di Musica, dalla Scuola del Centro di Cinematografia di Roma -sede decentrata- al Gran Sasso Science Institute, una qualificata offerta nel campo dell’arte figurativa contemporanea da parte di una fondazione a ciò deputata potrebbe rilanciare un’attenzione venuta meno negli ultimi decenni e contribuire ad accellerare il lento processo di riaggregazione sociale in corso.
Di certo sarebbe essenziale, come auspica il prof. Monti, evitare atteggiamenti e gestioni di tipo “coloniale” da parte della Fondazione MAXXI (ma eventualmente anche da parte del Polo Museale) mediante a) il riconoscimento e la valorizzazione di artisti abruzzesi contemporanei, sia storicizzati che emergenti, e b) un’interlocuzione non formale con le associazioni culturali cittadine attive nel campo dell’arte, in un contesto di confronto con le espressioni artistiche più innovative a livello internazionale.
L’apertura del Maxxi all’Aquila non può che essere nuova linfa per la rinascita culturale e sociale della Città e del suo centro storico in particolare.
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