Quando le crociate censorie partivano dalla Procura generale dell’Aquila
UN INFLESSIBILE MAGISTRATO DI 40 ANNI FA COLPIVA CINEMA E LETTERATURA -
L’Aquila – Qualcuno ricorderà ancora l’inflessibile procuratore generale Bartolomei, paladino irriducibile della moralità (secondo la sua personale visione). Un magistrato che spediva guardie e messi a sequestrare nelle edicole pacchi di giornali ritenuti allora prono, che rivisti oggi farebbero solo ridere. Con quello che gira sulla rete e nei locali “specializzati”…
Bartolomei colpiva duro sia il cinema che letteratura, spingendosi fino alla scrittrice americana Erika Young autrice di “Porti con le ali”. Sicuramente il rigore censorio, che già negli anni Settanta era desueto e discusso, contribuì alla condanna del film di Bertolucci Ultimo tango a Parigi, finito al rogo come una strega malefica nel Medio Evo. Una decisione avallata e ribadita persino dalla Cassa zione nel 1976.
Bartolomei fu un pilastro di tale persecuzione giudiziaria. Con il risultato che il film fu visto da 16 milioni di persone paganti, e di recente è stato recuperato e salvato per chi vorrà vederlo o rivederlo. Spesso il potere, oltre che oscurantista, è anche sciocco e fa il gioco di chi vuole colpire.
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