L’Aquila città oscura, Fiat lux
Tutte le città d’Italia, grandi e piccole, sono ben illuminate, siano o non siano monumentali e pregevoli. Da Lecce a Spoleto, Ravenna, Torino, Siena e così via. Le luci a led sono ormai ovunque, con risultati buoni (se usate bene) e consumi ridottissimi. Manutenzione e riparazione sono normali quasi ovunque.
L’Aquila fu, ed è, buia e scalcinata. Una storia vergognosa di fari spenti e lampade fioche o bruciate. Steli metallici altissdimi e vecchi di mezzo secolo, punti luminosi sporchi e cadenti, Strade e quartieri tenebrosi. Monumenti trattati come baracconi da fiera di paese. A cominciare da Collemaggio, una vera pagina nera per la basilica e i suoi dintorni. Fari da cantiere, abbaglianti, storti, che consumano l’ira di Dio. Effetti da paura.
Ora il Comune si vanta di voler fare qualcosa, e promette. Ci crederemo quando vedremo. La mandria delle bufale aquilane è sterminata come quelle ottocentesche di bisonti nel West americano.
Inoltre, non è una smargiassata vantarsi di voler fare quello che si doveva fare da anni e anni? Un minimo di misura e di buon gusto.
Fate, se siete capaci, e poi annunciate chiedendo scusa per il ritardo.
PENSIERINO – Venti anni fa faceva notizia per la tv in cui lavoravamo riuscire a riprendere (senza offenderli) i poveracci che cercavano cibo nei cassonetti dei supermercati. Oggi sono centinaia ovunque, quasi ci siamo abituati. E le mense dei poveri si affollano. Vi pare che questo paese abbia fatto grandi progressi?
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