Se la “culla del diritto” diventa “bara del diritto” – Le ragioni dell’astensione
L’Aquila – Riceviamo dalla Camera Penale: “Qualche giorno fa siamo intervenuti -annunciando lo stato di agitazione delle Camere Penali- sull’argomento della prescrizione cercando di spiegare come quelli che vengono spacciati come “argomenti forti” a sostegno della necessità di bloccarne il decorso con la sentenza di primo grado altro non siano che delle leggende metropolitane.
La sostanziale soppressione di un Istituto posto a presidio del rispetto del comando costituzionale che prevede che il processo sia svolto in tempi ragionevoli non sarà un danno soltanto per imputati e persone offese che vedranno allontanarsi sempre di più la fine del processo ma anche per lo Stato che -novello Tafazzi- si esporrà a migliaia di ricorsi che le stesse parti proporranno per essere indennizzate proprio a causa dell’eccessiva durata dei processi; i dati dicono che già negli ultimi 3 anni il MEF si è trovato a sborsare 532,7 milioni di Euro in favore di coloro che -in base alla Legge Pinto che prevede che i processi (civili o penali) durino al massimo 6 anni (3+2+1)- hanno proposto domanda di risarcimento; ben più, insomma, dei mirabolanti investimenti promessi dal gioioso Ministro Bonafede.
Ma c’è altro che ci preoccupa:
- l’impossibilità di definire con il giudizio abbreviato i procedimenti ad oggetto reati puniti con l’ergastolo che, tradendo lo spirito deflattivo del rito, appesantirà tempi e costi dei processi (si pensi all’inutilità di celebrare un processo in Corte di Assise per un omicidio con imputato reo confesso);
- l’illusoria riforma della legittima difesa che, promettendo vanamente di restringere lo spazio di valutazione del Giudice circa il rapporto di proporzionalità tra aggressione e reazione, pare voler sdoganare forme di giustizia privata;
- il sedicente decreto “Spazza Corrotti” nel cui testo si accompagnano irragionevoli aumenti di pena (mai la pena è stata deterrente al crimine), pene accessorie perpetue (il famigerato “DASPO a vita per i corrotti”) incostituzionali anche agli occhi di uno scolaro, cause di non punibilità per chi collabora con gli inquirenti (e tutti conoscono -da Enzo Tortora in poi- la “qualità” dei pentiti nostrani), la figura dell’agente infiltrato (quasi che la Pubblica Amministrazione italiana fosse una nuova associazione di stampo mafioso);
- la “carcerazione senza delitto” prevista sotto forma di trattenimento per 6 mesi nei CPR dal “decreto sicurezza”.
Sono tutti segnali questi della profonda e repentina trasformazione che la nostra Giustizia sta subendo: è ormai evidente che un tempo era nota per essere la “culla del diritto” sta diventando la “bara del diritto”.
Queste sono le ragioni per cui anche i Penalisti aquilani saranno in astensione dal 20 al 23 novembre; ma tranquilli, non è uno dei fantomatici trucchetti da azzeccagarbugli: la prescrizione dei processi rinviati sarà sospesa sino alla prossima udienza.
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