CGIL: Asl, no cattedrali nel deserto


L’Aquila – “Incombe sull’operazione l’alea di un potenziale ulteriore debito a carico della Regione, qualora il rischio di mercato risulti stabilmente sbilanciato a carico della parte pubblica”.
Questo è quanto si legge nella pronuncia della sezione di controllo della Corte dei Conti in riferimento al Project Financing degli ospedali toscani. Non vorremmo che anche in Abruzzo, e per l’ennesima volta, si sottovalutassero i reali impatti di un progetto di finanza sulle casse pubbliche e pertanto sulle tasche di tutti cittadini abruzzesi. Ricordiamo ancora una volta che la Asl della provincia dell’Aquila dal 2009 ad oggi ha sostenuto una spesa complessiva di oltre 57 milioni per il ripristino strutturale e funzionale dell’ospedale San Salvatore, a tale somma vanno aggiunti altri 47 milioni per il risarcimento dei danni per eventi sismici che la Asl ha incassato. Saremmo inoltre curiosi di conoscere qual la spesa complessiva che la Asl sostiene per le spese di locazione riferite alle strutture destinate a propri servizi, tra cui case famiglie, distretti sanitari, uffici amministrativi e consultoriali.
Risulta pertanto assurdo il ricorso a un progetto di finanza per costruire un nuovo ospedale nel capoluogo regionale dopo che, solo negli ultimi anni, sono state spese ingenti somme per il ripristino dello stesso nosocomio. Ci si chiede quindi, nel caso di realizzazione di un nuovo ospedale, che fine farebbe la struttura oggi esistente, sulla quale sono state investite tutte queste risorse. La vera esigenza invece è quella di portare a compimento i lavori di ristrutturazione, realizzare un piano che renda effettivamente efficiente e funzionale l’ospedale con il relativo adeguamento antisismico, e soprattutto utilizzare le eventuali risorse disponibili per investimenti sul personale e nuove tecnologie al fine di erogare servizi di qualità alla popolazione.
Inoltre ricordiamo a tutti lo stato di totale abbandono in cui versano le strutture di Collemaggio, visto che siamo ormai a quasi 1dieci anni dal terremoto senza che vi sia stata una minima programmazione di interventi per il recupero degli immobili di proprietà della Asl. Non vorremmo che anche questa volta si continui a parlare di “scatole vuote” anziché affrontare seriamente le problematiche della sanità locale.
La priorità per la Cgil è rimettere al centro il lavoro e i servizi che rendano attrattivo il Sistema sanitario provinciale pubblico. Infatti riteniamo prioritario e non più procrastinabile che si proceda definitivamente alla saturazione della dotazione organica del personale, che vede oltre 700 unità carenti; che si investa in nuove tecnologie che restituiscano alla sanità provinciale quella qualità e attrattività che i cittadini/utenti del territorio hanno il diritto di esigere.
La Cgil ha già proclamato, unitariamente ad altre sigle sindacali di categoria, lo sciopero dei dirigenti medici per il giorno 23 novembre, rimettendo al centro della discussione le gravi carenze di personale, il rilancio della vertenza delle aree interne e il mancato rinnovo del contratto nazionale di lavoro della Dirigenza medica, con un presidio che si terrà dinnanzi all’ospedale San Salvatore e che vedrà anche la partecipazione dei sindaci. Per la Cgil quel giorno sarà l’avvio di una mobilitazione che insieme alle altre sigle sindacali ci vedrà protagonisti della proclamazione dello stato di agitazione di tutto il personale e della richiesta di convocazione della Asl e della Regione Abruzzo in sede prefettizia, per rivendicare la necessità di incremento del personale della sanità provinciale, per la tutela dei diritti dei lavoratori, per il riconoscimento della giusta retribuzione e per la difesa delle aree interne, rimettendo al centro un servizio sanitario di qualità ed efficiente che risponda al diritto costituzionale alla cura e alla salute del cittadino. Chiediamo sin da ora che a detto tavolo sia presente anche il Comitato ristretto dei sindaci.


16 Novembre 2018

Categoria : Attualità
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