Ricostruzione bloccata: il territorio più vicino alla mobilitazione generale
L’Aquila – La Cgil dell’Aquila nei mesi scorsi – dice una sua nota – aveva denunciato il rischio di un grave stallo nei processi ricostruttivi del sisma 2009. Avevamo denunciato, sulla base dei dati forniti dagli uffici competenti e dal sistema delle casse edili, un significativo rallentamento nella capacità di spesa, corrispondente anche a una riduzione di circa il 20% delle maestranze impegnate nei cantieri della ricostruzione. Avevamo inoltre sottolineato l’eccessiva lentezza della ricostruzione pubblica e il fenomeno del dumping contrattuale a cui ricorrono molte imprese. Avevamo altresì posto all’attenzione dei decisori politici e sociali la necessità di interventi normativi urgenti legati a due temi fondamentali. Il primo rappresentato dall’urgenza di reintrodurre il DURC per congruità , onde consentire, come accaduto fino a dicembre 2016, di verificare cantiere per cantiere l’indice di congruità per la manodopera, ossia il numero di operai necessari in un cantiere in base all’importo dei lavori. Avevamo anche sottolineato, ancora una volta, la problematica dei dipendenti pubblici impegnati nella filiera della ricostruzione e le soluzioni normative e finanziarie necessaria per tale personale, anche al fine di scongiurarne un inesorabile esodo. Interventi che superassero le disuguaglianze e le criticità generate in questi anni, armonizzando le leggi e i provvedimenti emergenziali finalizzati alle assunzioni del personale nelle diverse tipologie contrattuali per portare all’ordinarietà contrattuale centinaia di lavoratori. Inoltre abbiamo sollecitando una discussione che risolvesse l’incertezza che si è ulteriormente generata a seguito della soppressione degli Uffici Territoriali per la Ricostruzione costituiti nei Comuni Capofila delle Aree Omogenee.
Detto ciò, abbiamo avuto conferma della fondatezza delle nostre preoccupazioni anche dai dati della Cassa Edile riferiti all’ultimo semestre (e riguardanti ovviamente i cantieri) che certificano un ulteriore calo degli addetti pari a circa il 15% rispetto allo stesso semestre dello scorso anno. Avevamo tra l’altro sottolineato le gravi conseguenze legate alla immediate scadenze dei titolari degli Uffici Speciali per la Ricostruzione e la mancata individuazione, da parte del governo, di un referente politico dedicato alla ricostruzione 2009. La scadenza dei titolari sta generando però un’inevitabile confusione, quindi non è ammissibile un’interruzione delle responsabilità e della titolarità degli uffici per la ricostruzione.
Quanto sinora descritto ha determinato un naturale rallentamento della ricostruzione, che con questi problemi e scadenze è diventato un vero e proprio blocco. Apprendiamo inoltre della convocazione dell’assemblea dei sindaci del cratere 2009 e dei sindaci dei comuni fuori cratere, allo scopo di affrontare questi problemi e chiedere nuovamente al governo di provvedere ai provvedimenti necessari e alle decisioni che servono per un’immediata ripresa dei processi ricostruttivi. Come abbiamo sempre sostenuto il governo e il Parlamento devono assumere la ricostruzione del sisma del 2009 come priorità nazionale nell’agire politico quotidiano. I cittadini che vivono il nostro territorio, gravemente ferito dagli eventi sismici, continuano a rivendicare una ripresa economica, sociale e occupazionale; lo hanno fatto ieri come oggi, con manifestazioni e mobilitazioni, riportando all’attenzione nazionale le gravi criticità che hanno attraversato le varie fasi della ricostruzione. In assenza di risposte certe siamo pronti a lanciare una grande mobilitazione generale a sostegno di queste rivendicazioni.
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