L’Aquila, pernacchia alla città


La fontana delle 99 Cannelle, vero simbolo aquilano, monumento davvero unico al mondo, è rimasta sommersa dall’acqua come una putrida pozzanghera. Mancanza di manutenzione. Le caditoie erano occluse, o chi sa cos’altro nel pietoso novero delle inadeguatezze cittadine, peraltro storiche.
Una pernacchia alla città, un volgare insulto ad una comunità oggi più di sempre umiliata, vilipesa da incapaci.
Inutile andare a chiedere, tentare di capire. Inutile attendersi una reazione, un sussulto di dignità da parte della politica. In altri tempi, di fronte ad uno scempio del genere sarebbero saltate delle teste. Oggi non saltano, forse perché non ce ne sono.
A Palazzo Fibbioni vivacchiano, sopravvivono al massimo. Non percepiscono quanto sia grave che una città, non dei vandali, sia oltraggiata nel suo monumento più significativo. Sembrano aver fatto il callo al peggio. Oppure, temiamo, sembrano non capire proprio un beneamato, diciamo, tubo. Ma avete capito cosa avremmo voluto dire.

PENSIERINO – Ad ora di scuola, il gattone rosso saliva furtivo sul nostro lettino e veniva a svegliarci: indimenticabile il muso fresco sulla fronte, la sola parte scoperta nel terribile freddo di una vecchia casa in via della Genca.
D’estate il gattone ci accompagnava sui tetti, dove andavamo a guardare le stelle. A studiare il cielo. Un giorno scomparve di casa. Lo trovammo morto proprio sul tetto. Morto solo sotto le stelle.



01 Novembre 2018

Gianfranco Colacito  -  Direttore InAbruzzo.com - giancolacito@yahoo.it

Categoria : Editoriale
del.icio.us    Facebook    Google Bookmark    Linkedin    Segnalo    Sphinn    Technorati    Wikio    Twitter    MySpace    Live    Stampa Articolo    Invia Articolo   




Non c'è ancora nessun commento.

Lascia un commento

Utente

Articoli Correlati

    Nessun articolo correlato.