Sulmona, punto nascita e ottusità


La chiusura autoritaria e inconsulta del centro nascita di Sulmona denota una sconcertante ottusità governativa. E meno male che la ministra armata di forbici è incinta.
L’intenzione di chiudere la struttura è di datata cretineria. Spunta dal governo precedente, che l’aveva accantonata, e arriva come un calcio nei denti in questi giorni.
Il c.n. di Sulmona non è grande, ma è importante. Si trova al centro di un’area molto estesa, disagevole, montuosa, turistica. Se la ministra potatrice vivesse ad Ateleta, capirebbe. Se dovesse andare a sgravarsi a oltre 100 km di distanza, d’inverno, su strade tortuose e ghiacciate, avrebbe tenuto la forbice nel cassetto.
Tagliare una struttura di nascita strategica in un pezzo d’Abruzzo in cui vivere è difficile, significa voler peggiorare la sua vivibilità. Ovvero fare del male alla gente. E’ questo che si vuole? Allora abbiamo capito cosa intendono i giallo verdi per “cambiare l’Italia”. Rovinarla.

PENSIERINO – Quando la politica è rigorosa, ferma ma seria (cioè non in Italia), si può anche apprezzarne alcuni aspetti. Un po’ di sano decisionismo craxiano non sarebbe male. Ma qui si fa insano decisionismo, che ricorda la demenza.



27 Ottobre 2018

Gianfranco Colacito  -  Direttore InAbruzzo.com - giancolacito@yahoo.it

Categoria : Editoriale
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